A cosa serve una piattaforma di crowdfunding?

a cosa serve una piattaforma di crowdfunding

Una piattaforma di crowdfunding è un “fornitore di servizi di crowdfunding” attraverso un portale web pubblicamente accessibile. Questa è la sintesi della definizione giuridica data dal Regolamento ECSP, normativa europea che ha portato un certo scompiglio nel mondo delle piattaforme di equity e lending crowdfunding. Il regolamento ha reso più stringenti gli obblighi e aumentato gli adempimenti per le piattaforme, senza mutarne il ruolo sostanziale; anzi, ha ribadito il perimetro delle sue attività, contribuendo a chiarire alcuni malintesi piuttosto diffusi tra le aziende interessate al crowdfunding.

È proprio a favore di tutte le aziende che hanno intenzione di approcciarsi al crowdfunding che vogliamo rivolgere questo articolo per spiegare una volta per tutte a cosa serve una piattaforma di crowdfunding… e a cosa NON serve.

Cos’è una piattaforma di crowdfunding

Partiamo dalle basi. Una piattaforma di crowdfunding è un soggetto giuridico che fornisce un servizio attraverso un sistema informatico appositamente implementato accessibile a chiunque dal web.

Le piattaforme di equity e lending crowdfunding, in particolare, poiché gestiscono transazioni economiche che si configurano come investimenti finanziari, devono richiedere l’autorizzazione a operare all’autorità preposta – in Italia, Consob – e rispettare una serie di regole e adempimenti che vedremo più avanti. Nell’articolo ci concentreremo in particolare su queste due categorie di piattaforme.

Questi portali offrono alle imprese un’infrastruttura per lanciare una campagna di crowdfunding e raccogliere capitale, agli investitori un catalogo di proposte di investimento nelle suddette imprese. Una piattaforma di crowdfunding, quindi, fa incontrare una domanda e un’offerta di capitali secondo le regole stabilite dalle autorità finanziarie.

La risposta sintetica alla domanda “a cosa serve una piattaforma di crowdfunding?” è questa: a permettere la raccolta di capitale e l’investimento in crowdfunding in modo controllato, sotto l’egida delle autorità finanziarie e con procedure che tutelano gli investitori e garantiscono trasparenza.

Le piattaforme di reward e donation crowdfunding non sono sottoposte a normativa specifica, perciò hanno meno obblighi e procedure da rispettare, ma il loro ruolo di intermediazione e supporto è simile.

Il ruolo principale di una piattaforma di crowdfunding: la selezione

In ordine cronologico, il primo compito svolto da una piattaforma di crowdfunding è la selezione delle proposte provenienti dalle aziende, per individuare quelle dotate di un buon potenziale di successo in campagna e di buone prospettive di sviluppo future, nonché di credibilità economica e imprenditoriale.

Una piattaforma di crowdfunding, infatti, da normativa deve disporre di sistemi di valutazione dei progetti che propone dal punto di vista della trasparenza, del rischio di credito, del valore delle aziende, del ROI ecc. Peraltro, è suo interesse proporre agli utenti offerte di investimento di qualità, in modo da generare fiducia e costruirsi una buona reputazione. Un apposito team di analisti si occupa di tali valutazioni sulla base della documentazione ricevuta dalle aziende stesse, dei relativi bilanci, di informazioni raccolte esternamente.

Ecco perché è molto importante, per un’azienda, preparare con cura la propria candidatura: abbiamo dedicato un articolo ai consigli per superare la selezione di una piattaforma di crowdfunding.

La costruzione della pagina di una campagna di crowdfunding online

Una volta selezionate le proposte da inserire nella propria vetrina, una piattaforma di crowdfunding deve guidare le aziende nella costruzione di una pagina dedicata alla campagna che sia trasparente, completa e accattivante.

Compito della piattaforma è assicurarsi che gli investitori accedano a tutte le informazioni fondamentali e previste per legge sulla campagna: business plan, dati e contatti dell’azienda, classe di rischio e tasso di interesse (per il lending crowdfunding), tipologie di quote e valutazione pre-money (per l’equity crowdfunding), rischi, diritti e doveri legati all’investimento, modalità di pagamento e di remunerazione, tempistiche.

L’azienda deve produrre tutti i materiali richiesti dalla piattaforma e preparare anche un pitch, ovvero una presentazione accattivante per accogliere i potenziali investitori sulla pagina della campagna e interessarli al punto da andare poi a consultare tutta la documentazione. La piattaforma fornisce solitamente linee guida e consigli pratici per la realizzazione di questa presentazione, e in alcuni casi offre il supporto di un membro del team per la stesura. Immancabile è poi la revisione prima della pubblicazione, volta a verificare la correttezza dello scritto e l’assenza di informazioni errate.

Nella pagina di una campagna di crowdfunding online, infine, si può trovare una sezione dedicata agli aggiornamenti: il o la campaign manager o i responsabili del marketing della piattaforma si occupano di inserirvi le news relative alla campagna comunicate dall’azienda e l’eventuale rassegna stampa.

Ogni piattaforma possiede un proprio template per le campagne di crowdfunding, da riempire con i contenuti relativi a ciascuna azienda in un lavoro di collaborazione con queste ultime.

Il supporto della piattaforma di crowdfunding durante la campagna

Per un imprenditore che vuole fare crowdfunding è importante avere ben chiaro il ruolo di una piattaforma di crowdfunding durante la campagna stessa.

Di seguito le attività che la piattaforma svolge per l’azienda:

  • monitoraggio andamento della campagna
  • consigli strategici generali e linee guida a supporto del piano di comunicazione sviluppato autonomamente dall’azienda per la propria campagna 
  • consigli su cambi di rotta o errori da evitare
  • aggiornamento della sezione news della pagina della campagna
  • invio di newsletter al proprio database utenti con informazioni su tutte le campagne in corso
  • verifica e risoluzione di eventuali problemi tecnici.

Cruciale è poi il ruolo di servizio clienti nei confronti degli utenti, ovvero dei potenziali investitori, che consiste principalmente nelle seguenti attività:

  • rispondere a richieste di informazioni sulla singola campagna o sul crowdfunding in generale
  • fornire supporto nelle operazioni pratiche da svolgere sul portale per iscriversi, compilare il questionario di verifica delle competenze e finalizzare gli investimenti
  • verificare e risolvere eventuali problemi tecnici
  • raccogliere e risolvere eventuali reclami
  • applicare il diritto di recesso.

Da questi elenchi di attività si può comprendere come il ruolo della piattaforma sia soprattutto quello di intermediazione e di supporto. È il momento, quindi, di sgombrare il campo da un malinteso che ha generato malcontento e delusione in tante aziende.

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Cosa NON fa una piattaforma di crowdfunding

Le piattaforme di crowdfunding non fanno campagne di crowdfunding, bensì abilitano le aziende a farle. Il database di utenti di una piattaforma di crowdfunding è eterogeneo e generico e comprende per la maggior parte persone che si sono iscritte al portale per investire in una campagna ben precisa, di cui sono stati informati altrove, dall’azienda stessa o da un passaparola da essa generato. 

Pochi sono quelli che si iscrivono per investire genericamente in crowdfunding e consultano periodicamente le proposte a disposizione per decidere su quale investire solo in base alle informazioni presenti sulla pagina di ciascuna campagna.

Spetta all’azienda, quindi, crearsi un pubblico di potenziali investitori al di fuori della piattaforma e portarlo sulla piattaforma. Per scoprire come, leggi qui!

Tanto più che, per legge, i fornitori di servizi di crowdfunding non possono:

  • accettare “remunerazioni, sconti o benefici non monetari per l’attività di canalizzare gli ordini degli investitori verso una particolare offerta di crowdfunding”
  • partecipare ad alcuna offerta di crowdfunding sulla propria piattaforma
  • fare comunicazioni di marketing che dedichino “un’attenzione sproporzionata a singoli progetti o offerte di crowdfunding in programma, in attesa o in corso”.

(Fonte: Regolamento ECSP)

Questo significa che le piattaforme di crowdfunding non possono sponsorizzare singole campagne in modo particolare né fornire a un’azienda un supporto maggiore rispetto alle altre. Possono parlare delle campagne sui loro canali, ma dando spazio a tutte (anche in comunicazioni differenti). Possono collaborare con agenzie di marketing esterne, le quali offrono i loro servizi a pagamento alle società in crowdfunding, che scelgono se usufruirne o meno.

L’unica eccezione è per i portali che offrono anche servizi di gestione del portafogli agli investitori, ma in questo caso cambia il modello stesso di crowdfunding di cui si parla: il portale raccoglie le esigenze e i criteri di investimento dell’utente e in base a essi seleziona le campagne di crowdfunding più idonee.

E dopo la campagna? Gestione dei flussi di capitale e reportistica

Dopo la campagna, il ruolo della piattaforma è quello di produrre una reportistica dell’operazione sia per l’azienda sia per gli investitori e monitorare la gestione dei capitali raccolti. A seconda del tipo di piattaforma, questo ruolo può essere più o meno esteso:

  • i fornitori di servizi di crowdfunding che gestiscono direttamente le operazioni di pagamento depositano i fondi presso una banca o un altro ente creditizio autorizzato e ne verificano lo sblocco al termine della campagna, in caso di successo e dopo l’espletamento delle pratiche burocratiche; verificano inoltre il rispetto del piano di ammortamento da parte delle aziende che hanno svolto una campagna di lending crowdfunding.
  • i fornitori di servizi di crowdfunding che si appoggiano a prestatori di servizi di pagamento terzi delegano a questi ultimi la gestione appena descritta e si occupano di verificare il rispetto del piano di ammortamento da parte delle aziende che hanno svolto una campagna di lending crowdfunding.

In ogni caso, le piattaforme non detengono mai denaro direttamente. Anche da questo punto di vista, il loro ruolo è solo intermediario e serve a garantire i diritti delle aziende, da un lato, e degli investitori, dall’altro. 

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