L’integrazione tra Strumenti Finanziari Partecipativi ed equity crowdfunding genera una strategia efficiente per la crescita di una startup. È uno dei concetti chiave del modello Growth and Funding, ideato da Imment come percorso di crescita e di finanziamento di startup ad alto potenziale. Ne abbiamo parlato con uno degli ideatori, Alberto Giusti, nel podcast dedicato.
Ascolta “Growth and funding: un modello di raccolta di capitali sistemico” su Spreaker.Primo step: validazione
Come viene spiegato chiaramente in un precedente articolo, il primo pensiero dei founder di una startup non devono essere solo i capitali. Nelle primissime fasi di strutturazione di un’idea di business, può tranquillamente essere sufficiente affidarsi al bootstrapping e al contributo delle cosiddette 3F (Family, Fools, Friends).
Prima di pensare a come trovare ingenti finanziamenti per sviluppare la propria idea, è fondamentale validare tale idea, cioè capire se c’è qualcuno a cui interessa e che sarebbe disposto ad acquistare il prodotto o servizio proposto.
Per farlo, bisogna innanzitutto completare la fase di problem-solution fit: definire il problema che si intende risolvere con il proprio prodotto/servizio, il target a cui ci si rivolge e la soluzione proposta. Si va a verificare come questi elementi interagiscono, cioè se esiste un target che ha il problema individuato e ha bisogno di una soluzione per risolverlo e se il proprio prodotto/servizio è viene percepito come la soluzione adatta.
La seconda fase, detta product market fit, consiste nel verificare che il target di clienti individuati sia disposto a pagare per il prodotto/servizio proposto, cioè se ci sia un effettivo mercato.
Dopo aver fatto tutti questi test, se ci sono i primi numeri di traction, ha senso passare a occuparsi della raccolta di capitale vera e propria.
Strumenti finanziari partecipativi: capitali e persone
Anche dopo la validazione del prodotto o servizio di una startup, in realtà, la vera chiave per la crescita non sono i capitali, che da soli non bastano, bensì le persone: portare a bordo persone strategiche per l’attività di business insieme ai capitali è l’opportunità offerta dagli Strumenti Finanziari Partecipativi. Non serve avere il denaro se non sai come usarlo, per questo a una startup servono gli stakeholder giusti che la aiutino a spendere i capitali nel modo più efficiente.
Con gli SFP, infatti, è possibile selezionare le Investor Personas ideali tra gli stakeholder della propria startup e/o fare work for equity con collaboratori che non sono dipendenti della società né amministratori, stipulando contratti di investimento ad hoc. I sottoscrittori di SFP selezionati ottengono un’opzione sulle quote, che acquisiranno al primo evento di liquidità con uno sconto. Saranno solitamente quote di tipo B, ovvero con diritti solo patrimoniali.
Avere investitori che sono anche stakeholder e viceversa garantisce un importante vantaggio competitivo, perché porta nell’azienda non solo capitali, ma anche competenze, contatti, professionalità, clienti, che molto difficilmente faranno la stessa cosa con un competitor.
Strumenti finanziari partecipativi ed equity crowdfunding: la sinergia
Gli SFP, come anticipato, prevedono un evento di liquidità che segna il momento in cui la startup ha acquisito una certa storicità e le prime metriche e può definire la propria valutazione pre-money.
Questo evento di liquidità può essere una campagna di equity crowdfunding: i sottoscrittori degli SFP diventano finalmente soci e si apre la compagine sociale all’esterno con la campagna equity. La presenza dei soci SFP fa da incentivo e da validazione dell’investimento per i nuovi potenziali investitori.
Ai soci SFP, inoltre, si può offrire la possibilità di sottoscrivere nuove quote nella campagna di equity crowdfunding a condizioni privilegiate rispetto al nuovo costo che avranno raggiunto in seguito alla crescita della società e alla valutazione.
Sia SFP sia equity crowdfunding fanno leva su una temporalità segnata da scadenze precise, da un’urgenza che altri strumenti finanziari non hanno. Questo implica un ritmo incalzante che aiuta a portare a bordo le persone giuste nei momenti giusti trasmettendo questo senso di urgenza con scadenze precise (quella del contratto SFP, quella della campagna equity, quella per ottenere uno sconto ecc.).
Si arriva così ad avere una struttura di investitori ricca e complessa, utile per avere una buona base per l’espansione del business (per esempio in altri mercati) e per fare più round di finanziamento con SFP ed equity. Questo crea una sorta di flottante strutturale, perché il grande numero dei soci aumenta la liquidabilità delle quote e prepara il terreno all’ultimo step: la quotazione in Borsa.
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