Il crowdfunding trova applicazione anche nel campo della raccolta fondi per iniziative benefiche, che è una delle manifestazioni più antiche di quella che oggi si è evoluta nella ricerca di finanziamenti online: la “colletta”. Il crowdfunding per il settore no-profit è una grande opportunità di finanziare progetti sociali, umanitari o ambientali sollecitando la partecipazione di un pubblico di potenziali sostenitori enormemente più ampio rispetto a quello raggiungibile nelle piazze, in televisione o sulle pagine dei giornali.
Le due tipologie di crowdfunding più congeniali per il no-profit sono ovviamente donation e reward crowdfunding, ma vedremo che ci sono anche ibridazioni tra raccolte fondi a favore di cause benefiche e crowdfunding finanziario, per esempio con il lending crowdfunding.
In questo articolo scopriamo come funziona il crowdfunding per progetti benefici senza scopo di lucro e quali strategie specifiche permettono di creare una campagna crowd no-profit di successo.
Perché il crowdfunding per il no-profit
Le organizzazioni no-profit in Italia e nel mondo sono tantissime e portano avanti le loro iniziative benefiche grazie a diverse fonti di denaro:
- Quote di iscrizione e contributi periodici degli eventuali associati
- Donazioni private
- Sovvenzioni pubbliche.
Ma la ricerca di fondi è una necessità cronica per questo tipo di associazioni e il crowdfunding sta emergendo come strumento che può rivoluzionarla.
Ecco i principali vantaggi del crowdfunding no-profit:
1. Accesso a un pubblico globale per tutti
Il crowdfunding permette alle organizzazioni no-profit di raccogliere fondi in modo innovativo, superando le limitazioni logistiche tradizionali legate al finanziamento e raggiungendo potenziali donatori ovunque. Grazie alla capacità di mobilitare un gran numero di piccoli donatori, anche le organizzazioni più piccole possono ottenere risorse significative e costruire relazioni utili. Il crowdfunding democratizza l’accesso ai fondi, permettendo anche a chi non può contare su grandi donatori di ottenere le risorse per portare avanti le proprie iniziative.
2. Aumento della visibilità
Le piattaforme di crowdfunding non solo facilitano la raccolta di fondi, ma aumentano anche la visibilità delle cause sociali. Il successo di una campagna di crowdfunding online per una causa benefica fa presto notizia e alimenta il passaparola anche offline. Grazie alla condivisione sui social media e alla creazione di una comunità attorno a una causa, le organizzazioni possono amplificare il loro messaggio e coinvolgere un pubblico più ampio, attirando l’attenzione anche della stampa.
3. Creazione e coinvolgimento di una community
Chi fa una donazione a un ente benefico offline, di solito, ritiene conclusa la propria buona azione con il versamento della somma, al massimo ne parla con qualche amico o familiare se per caso si entra in argomento, ma niente più. Una campagna di crowdfunding online, invece, alimenta la creazione di una vera e propria community di sostenitori che sono stimolati a seguire l’andamento della raccolta e a contribuirvi personalmente, diventando ambasciatori del progetto e promuovendolo a loro volta. Si crea così un effetto megafono e un legame duraturo tra l’organizzazione e i suoi sostenitori.
4. Viralità e spinta all’imitazione
Correlato al punto precedente è il vantaggio di poter sfruttare lo spirito di emulazione che caratterizza certi trend che si affermano online, fanno parlare di sé, diventano il segno distintivo di un merito o di un’identità e quindi vengono seguite da un grande numero di persone, fino a diventare virali. Se certamente non tutte le campagne di crowdfunding per una causa benefica possono diventare virali, è altrettanto vero che si può sfruttare questo meccanismo in una scala più ridotta.
5. Maggiore Flessibilità e Creatività
Le campagne di crowdfunding offrono alle organizzazioni no-profit la libertà di progettare raccolte fondi personalizzate e creative, che riflettono la loro missione e i loro valori unici. Questa creatività può tradursi in campagne più coinvolgenti e in grado di attrarre l’attenzione. I tempi di costruzione e avvio della campagna, inoltre, sono rapidi, non necessitano del passaggio tramite intermediari e della burocrazia a cui sono sottoposte le campagne di raccolta fondi offline o patrocinate da enti pubblici o privati.
6. Semplificazione delle transazioni e trasparenza
Le piattaforme di crowdfunding forniscono un sistema di pagamento integrato che consente ai donatori di contribuire con carta di credito, PayPal o bonifico bancario. Questo evita alle organizzazioni di dover gestire manualmente i pagamenti, riducendo il rischio di errori amministrativi o di perdita di dati o di violazione della privacy.
I donatori, inoltre, possono vedere in tempo reale l’andamento della raccolta fondi, aumentando il senso di fiducia e il coinvolgimento. Alcune piattaforme offrono anche un servizio di reportistica per aiutare le organizzazioni a monitorare i progressi e a condividere aggiornamenti con i sostenitori.
7. Minori costi operativi
Rispetto a eventi fisici, raccolte porta a porta o per strada o campagne postali, il crowdfunding per il no-profit riduce i costi di organizzazione e logistica. La gestione interamente digitale permette di risparmiare su spese amministrative, stampa di materiali cartacei e affitto di spazi per eventi. Ci sono comunque spese di promozione da considerare, come l’advertising online, ma risultano nettamente inferiori.
Donation crowdfunding per cause benefiche
Tra i tipi di crowdfunding adatti al no-profit, il principale è sicuramente quello donation-based. È probabilmente il modello più antico, come emerge dalla storia del crowdfunding, che nasce proprio per sostenere cause benefiche. In questo modello, i donatori contribuiscono senza aspettarsi nulla in cambio, se non la soddisfazione di supportare una causa. Esempi di piattaforme che supportano questo tipo di crowdfunding includono GoFundMe e Rete del Dono, ma anche Produzioni dal Basso e ForFunding, portale oggi acquisito da Intesa Sanpaolo.
Come funziona il donation crowdfunding per il no-profit?
- L’ente promotore manda la candidatura a una piattaforma (oppure accede direttamente: molte piattaforme donation non hanno selezione all’ingresso)
- L’ente promotore costruisce una pagina online per la raccolta, con la descrizione del progetto, della sua mission e del suo impatto, specificando l’obiettivo economico e l’utilizzo che verrà fatto del denaro.
- Inizia la promozione della campagna con post, video, immagini diffuse su diversi canali di comunicazione online e offline.
- Le persone si iscrivono al portale e versano i loro contributi in denaro, che alla fine della campagna vengono erogati all’associazione promotrice, al netto di costi di transazione e commissioni eventualmente applicate dalla piattaforma.
Nel nostro articolo sulle piattaforme di donation crowdfunding abbiamo approfondito i loro meccanismi di funzionamento, che sono in generale simili ma possono divergere per la selezione all’ingresso e le politiche di prezzo.
Esempio di donation crowdfunding per il no-profit: nel 2023 sulla piattaforma Produzioni dal Basso sono stati raccolti 163.186€ per le famiglie alluvionate dell’Emilia-Romagna.
Reward crowdfunding per cause benefiche
Il reward crowdfunding per il no-profit è un modello di raccolta fondi più complesso perché implica una ricompensa da riconoscere ai sostenitori. A differenza delle campagne di reward crowdfunding lanciate dalle aziende per raccogliere capitali per lo sviluppo di un prodotto, quelle per il sostegno a cause benefiche prevedono di solito ricompense simboliche di piccola entità o riconoscimenti personali.
Per esempio, i partecipanti a una campagna di reward crowdfunding benefica potrebbero ricevere dell’oggettistica prodotta dall’associazione o dalle comunità che l’associazione sostiene oppure l’inclusione del proprio nome in una targa nella sede dell’associazione o nel luogo dove sono destinati i fondi ecc.
Questo modello è particolarmente utile quando la campagna serve a sostenere progetti destinati alla produzione di qualcosa: per esempio artigianato solidale, prodotti enogastronomici realizzati da comunità a rischio o persone in carcere, un documentario di denuncia sociale ecc.
Il meccanismo di funzionamento è analogo a quello previsto per il donation crowdfunding, con la differenza che al termine della campagna l’ente promotore è tenuto a consegnare le ricompense ai sostenitori. Sono necessarie, quindi, più risorse e un’organizzazione logistica più articolata.
Esiste un lending crowdfunding no-profit?
Il lending crowdfunding è una modalità di crowdinvesting, quindi la partecipazione alla campagna ha alla base lo scopo di guadagnare ricevendo gli interessi su un prestito. Questo modello di raccolta di capitali, però, ha alcune opportunità di intersezione con la raccolta fondi per progetti benefici, seppure di solito al di fuori del campo propriamente no-profit.
Esempi:
- Piattaforme di lending crowdfunding come Kiva e Zidisha sono dedicate al microcredito per comunità svantaggiate: ospitano campagne di raccolta di finanziamenti per piccole imprese, progetti sociali o singole persone nei Paesi in via di sviluppo.
- Le organizzazioni no-profit possono investire parte dei fondi che ricevono come donazioni in campagne di lending crowdfunding per raccogliere in breve tempo maggiore liquidità per iniziative che richiedono capitali immediati o per intervenire in situazioni di emergenza.
- Piattaforme di lending crowdfunding focalizzate sull’impact investing, come LITA, ospitano campagne di progetti a impatto sociale o ambientale positivo che possono richiedere un prestito a tasso agevolato.
- Piattaforme di lending crowdfunding che si dedicano esclusivamente a progetti di sostenibilità e sostegno alle comunità locali in Paesi emergenti sono presenti in tutta Europa con l’obiettivo di unire rendimenti finanziari e impatto positivo sul pianeta e sulle persone. Abbiamo intervistato in un webinar il CEO di Bettervest, uno di questi portali.
- Il lending crowdfunding personal, opposto al modello business, permette a singole persone di raccogliere prestiti per finanziare un progetto personale, come gli studi o delle cure mediche. In Italia è un modello poco diffuso, ma in altri Paesi è molto utilizzato e alcune piattaforme offrono la possibilità di chiedere prestiti a tasso zero per spese mediche, emergenze o progetti comunitari.
Come lanciare una campagna di crowdfunding no-profit
Lanciare una campagna di crowdfunding per una causa no-profit richiede più di una semplice richiesta di donazioni. Per ottenere il massimo successo, è essenziale seguire una strategia chiara e coinvolgente, che per la gran parte si sovrappone alla strategia di comunicazione per il crowdfunding delle aziende. Ecco i passi fondamentali:
1️. Definire un obiettivo chiaro e realistico
- Quanto vuoi raccogliere? → L’importo deve essere realistico e giustificato. I sostenitori vogliono sapere come verranno utilizzati i fondi.
- Suddividi il budget → Specifica a cosa serviranno le donazioni per accrescere la credibilità e l’affidabilità del progetto.
- Crea un senso di urgenza → Le campagne con una scadenza ben definita tendono a funzionare meglio.
2. Trasmettere una storia emozionante e coinvolgente
Le persone donano quando sentono un legame emotivo con la causa. Una buona narrazione può fare la differenza tra una campagna di successo e una che passa inosservata.
- Usa il potere dello storytelling per raccontare una storia vera, con volti e nomi reali che aiutino a mostrare concretamente perché la causa è importante.
- Mostra il problema e la soluzione → Qual è la situazione critica attuale e come i fondi possono fare la differenza?
- Usa un linguaggio chiaro e accessibile → Evita tecnicismi o discorsi troppo generici, punta sull’emozione.
3. Creare video e contenuti visivi forti
Uno o più video brevi ed alto tasso emotivo possono aumentare enormemente il successo della campagna. Le statistiche dimostrano che le campagne che includono video e foto nella loro comunicazione raccolgono in media di più rispetto a quelle senza (GoFundMe).
I video più efficaci sono quelli che fanno presentare il problema e la soluzione da persone direttamente coinvolte nel progetto e da persone direttamente colpite dalle criticità che la raccolta fondi intende affrontare. La chiusura deve sempre essere una chiara call to action che inviti a sostenere il progetto partecipando alla campagna di crowdfunding no-profit.
Esempio: Charity: Water, che porta acqua potabile nei paesi poveri, ha avuto enorme successo grazie alle storie personali raccontate nei suoi video. Ogni donatore, inoltre, riceve aggiornamenti con foto e video che mostrano come il denaro è stato utilizzato.
4️. Promuovere la campagna no-profit: Social Media, Email e Influencer
Una volta avviata la campagna di crowdfunding, è essenziale promuoverla attivamente. Utilizzare i social media, l’email marketing e altre strategie di comunicazione è cruciale per raggiungere un pubblico più ampio.
- I Social Media – Facebook, Instagram, LinkedIn e TikTok – sono il canale più diretto per raccontare la storia e aggiornare la community nel suo complesso, mentre le email servono a costruire una comunicazione uno a uno con i potenziali sostenitori. Si possono anche organizzare eventi live su Facebook o Instagram per interagire con i potenziali donatori in tempo reale.
- Coinvolgere personaggi noti o micro-influencer che credono nella causa può dare grande visibilità.
Esempio reale: L’associazione italiana Sant’Egidio ha promosso la campagna “Aggiungi un posto a tavola” con influencer e testimonial famosi. Questo ha portato migliaia di nuove donazioni per offrire pasti ai senzatetto durante il Natale.
5️. Gestire i donatori e mantenerli coinvolti
Oltre a trovare sostenitori per una causa, è altrettanto importante mantenere un rapporto con loro, in modo da creare una community coinvolta e coesa, che sarà utile anche per futuri progetti.
- Ringraziare pubblicamente i donatori → Un semplice messaggio di ringraziamento o un post sui social aumenta la fidelizzazione.
- Aggiornare i sostenitori → Condividere foto e video sui progressi della campagna aiuta a creare fiducia.
- Creare una community → Un gruppo Facebook o Telegram o una newsletter possono mantenere i donatori coinvolti anche dopo la fine della campagna.
5. Analizzare i Risultati del crowdfunding no-profit
Dopo la conclusione della campagna, è importante analizzare i risultati per capire cosa ha funzionato e cosa può essere migliorato in futuro.
- Raccogliere feedback dai donatori e valutare le metriche di successo può fornire preziose informazioni per le campagne future.
- Utilizzare strumenti di analisi per monitorare le performance della campagna e identificare le aree di miglioramento è essenziale per ottimizzare le strategie di crowdfunding.
Va ricordato, infine, che anche per gli enti no-profit, come per le aziende, una campagna di crowdfunding è un grande momento di esposizione, perciò comporta rischi reputazionali da tenere ben presenti. È fondamentale organizzare tutta la comunicazione per la campagna con assoluta trasparenza e apertura alle critiche e ai consigli, oltre che verificare tutti gli obblighi normativi da rispettare.