Crowdfunding e blockchain: il futuro del finanziamento decentralizzato

crowdfunding e blockchain

Il mondo della finanza ha subito un vero e proprio terremoto con l’affermazione della tecnologia blockchain, dei token e delle criptovalute, che hanno aperto scenari ancora oggi non del tutto esplorati per le transazioni economiche e gli investimenti finanziari. Queste novità riguardano anche il crowdfunding: la blockchain è alla base di un nuovo modello di finanziamento decentralizzato che potrebbe aggiungersi alla schiera di strumenti di finanza alternativa a disposizione delle imprese per raccogliere capitali.

In questo articolo esploriamo le nuove, possibili frontiere della raccolta di capitale online e scopriamo quali opportunità può offrire la blockchain per il crowdfunding, analizzando modelli emergenti, sfide e criticità.

Limiti del crowdfunding: blockchain per superarli?

Per capire come mai possa essere interessante combinare crowdfunding e blockchain, partiamo da alcuni limiti strutturali che si possono rilevare nei modelli tradizionali di crowdfunding:

  • Presenza di intermediari centralizzati (piattaforme e sistemi di pagamento) che fanno selezione all’ingresso e gestiscono il flusso dei fondi
  • Commissioni da pagare e tempi tecnici spesso lunghi
  • Possibile opacità nell’utilizzo dei fondi da parte delle imprese e nella rendicontazione
  • Vincoli normativi e barriere geografiche
  • Scambi basati sulla fiducia e rischio di frode nel reward crowdfunding (lending ed equity, invece, sono vigilati da Consob e Banca d’Italia e più regolamentati)
  • Illiquidità degli investimenti, in particolare nell’equity crowdfunding.

Il crowdfunding, sebbene abbia già svolto una notevole operazione di democratizzazione dell’accesso ai finanziamenti per startup e PMI, è ancora legato a una centralizzazione che secondo alcuni ne limita il potenziale. Tale centralizzazione, d’altra parte, è ritenuta necessaria per regolamentare lo strumento in modo da proteggere gli investitori. La regolamentazione, tuttavia, crea complessità e limiti.

La blockchain possiede alcune caratteristiche che potrebbero permettere di superare molti di questi problemi di equilibrio tra sicurezza e accessibilità. In quanto DLT, Tecnologia a Registro Distribuito, infatti, consente di trasferire valore in modo sicuro, trasparente e senza intermediari.

Cos’è la blockchain

A questo punto può essere utile un ripasso delle caratteristiche fondamentali della tecnologia blockchain, che è un registro digitale distribuito – noto anche come ledger – strutturato come una catena di blocchi collegati tra loro in modo sequenziale e crittografati.

  • Decentralizzazione: il controllo della blockchain è suddiviso tra tutti i nodi (server) che compongono la sua rete e nessun dato risiede su un singolo server, bensì tutti sono replicati su più nodi. Questo rende il sistema non manipolabile da un centro e più resistente ad attacchi o guasti. 
  • Immutabilità: nessun blocco si può modificare o eliminare una volta validato dal meccanismo di consenso della rete, perciò se viene aggiunta una transazione nessun agente esterno può alterarla o cancellarla arbitrariamente. Questo garantisce accesso costante alla serie storica dei dati relativi a qualsiasi operazione. 
  • Trasparenza: le transazioni registrate sulla blockchain sono visibili nello stesso modo a tutti i partecipanti della rete o ai partecipanti autorizzati di una rete privata, quindi tutti i protagonisti di una transazione vedono gli stessi dati. Gli utenti, però, possono utilizzare identità digitali che non necessariamente devono corrispondere a quelle reali, privilegiando la privacy.
  • Consenso: ogni nuova transazione deve essere validata come legittima dalla rete per poter essere aggiunta al registro, secondo regole predefinite che possono variare da una blockchain all’altra. 
  • Sicurezza crittografica: i dati delle transazioni e le identità degli utenti sono crittografate e protette da chiavi pubbliche o private per impedire manomissioni.

Queste caratteristiche rendono la blockchain non solo un database sicuro, ma anche un’infrastruttura abilitante per nuovi paradigmi di interazione e scambi di valore.

Cosa può offrire la blockchain al crowdfunding

Alla luce delle sue caratteristiche descritte nel paragrafo precedente, la tecnologia blockchain può offrire al crowdfunding alcune soluzioni operative in grado di renderlo uno strumento ancora più accessibile, pratico e democratico.

  1. Trasparenza e sicurezza

Tutte le informazioni relative a una campagna di crowdfunding possono essere inserite in un registro digitale condiviso e decentralizzato, accessibile a tutti i partecipanti: obiettivo di finanziamento, documento d’offerta, eventuali atti notarili sull’operazione, partecipanti, importo versato da ciascuno, flusso dei capitali raccolti. Questo garantisce tracciabilità e instilla fiducia nei potenziali investitori, riducendo drasticamente il rischio di frodi. 

Sul ledger chiunque può verificare chi ha investito, quanto ha versato e come vengono utilizzati i capitali. L’immutabilità garantisce che le regole della campagna e le registrazioni delle transazioni non possano essere alterate retroattivamente

  1. Disintermediazione

La blockchain consente interazioni dirette tra promotori di una campagna di crowdfunding e potenziali sostenitori, eliminando la necessità di appoggiarsi a una piattaforma di crowdfunding. In tal modo riduce costi e tempi e rende questo strumento di raccolta di capitali ancora più accessibile a un vasto numero di imprese. 

Senza una stringente selezione all’ingresso, si amplia la gamma di progetti che possono raccogliere capitale in crowdfunding.

Senza una piattaforma centrale, diminuisce la vulnerabilità del sistema informatico alla base dell’operatività. Inoltre, vengono abbattute le barriere geografiche, consentendo a chiunque nel mondo con accesso a Internet e a un wallet digitale di partecipare come sostenitore o di lanciare una campagna come società offerente. Questo beneficio si inserisce nel solco del proposito di creare un mercato del crowdfunding sempre più globale che è alla base del Regolamento europeo ECSP per l’operatività transfrontaliera in Europa.

  1. Smart contract

Gli smart contract sono programmi informatici che eseguono automaticamente le istruzioni inserite al loro interno. Contengono le regole e i termini di un accordo e li eseguono automaticamente quando vengono soddisfatte condizioni predefinite e verificabili sulla blockchain stessa. 

Grazie agli smart contract, le condizioni di una campagna di crowdfunding possono essere eseguite automaticamente: per esempio, i capitali vengono rilasciati solo al raggiungimento di determinati obiettivi o al verificarsi di determinati eventi; le ricompense digitali vengono distribuite automaticamente agli investitori al termine della campagna ecc.

Automatizzando questi processi, gli smart contract possono ridurre drasticamente il carico amministrativo, i tempi di esecuzione e la possibilità di errori umani, rendendo l’intero ciclo del crowdfunding più efficiente.

  1. Tokenizzazione

Gli asset digitali (token) possono rappresentare quote societarie (equity crowdfunding), diritti di credito (lending crowdfunding), ma anche licenze d’uso o prodotti futuri (reward crowdfunding). I token sono scambiabili, frazionabili e programmabili, ampliando le possibilità di coinvolgimento degli investitori e la varietà di titoli, diritti e ricompense che è possibile proporre per incentivare la partecipazione alla campagna. 

Particolarmente pratico, per esempio, è l’uso dei token per gli investimenti immobiliari: grazie agli asset digitali è più facile offrire una frazione della proprietà di un immobile agli investitori.

  1. Liquidità potenziale

Attraverso mercati secondari su rete blockchain dedicati ai token, si apre la possibilità di vendere più facilmente la propria partecipazione anche prima dell’exit dell’azienda, riducendo uno dei principali limiti dell’equity crowdfunding tradizionale. Le bacheche per il mercato secondario del crowdfunding, infatti, sono ancora poco diffuse e poco frequentate, anche se il Regolamento europeo ECSP cerca di incentivarle.

Tutto questo può rafforzare il ruolo del crowdfunding come strumento trasparente e partecipativo di raccolta di capitali e per le aziende significa la possibilità di accedere a nuovi mercati, coinvolgere in modo più diretto i sostenitori e innovare i propri modelli di business.

Modelli di crowdfunding con blockchain: ICO, STO e DAO

La raccolta di capitali in crowdfunding tramite blockchain può avvenire secondo diverse operatività. Le applicazioni pratiche del crowdfunding su blockchain sono ancora in fase di sperimentazione e sviluppo. Ne avevamo già parlato nel nostro articolo sulla tokenizzazione.

ICO e IEO

Le Initial Coin Offering (ICO) e le Initial Exchange Offering (IEO) hanno segnato una fase pionieristica di raccolta fondi in criptovalute tramite l’offerta di token emessi privatamente dalle aziende o scambiati su un exchange. Tuttavia, la mancanza di regolamentazione ha portato a molte frodi e fallimenti.

Tra il 2017 e il 2018, infatti, l’esplosione delle ICO fu seguita da un crollo del mercato, in gran parte dovuto a un’ondata di progetti fraudolenti (scam), fallimenti e mancanza di tutele per gli investitori. Molte ICO furono lanciate in modo anonimo, senza documentazione adeguata, business plan solidi o prodotti minimi funzionanti (MVP), basandosi puramente sulla speculazione. Questo danneggiò gravemente la reputazione del settore e fece emergere la necessità di sviluppare un sistema più sicuro.

Security Token Offering (STO)

Rappresentano l’evoluzione più matura del crowdfunding su blockchain: sono piattaforme regolamentate da un’autorità di riferimento per la collocazione di titoli finanziari digitali certificati, che consentono la tokenizzazione di titoli equity, di debito o asset reali. Offrono trasparenza e conformità normativa, con l’obiettivo di suscitare maggiore fiducia negli investitori e attirare anche investitori istituzionali.

DAO (Decentralized Autonomous Organizations)

Organizzazioni basate su smart contract e gestite da comunità di utenti che possiedono token di governance, i quali rappresentano diritti di voto. Le DAO possono raccogliere fondi e decidere collettivamente come impiegarli, abilitando forme di crowdfunding decentralizzato e partecipativo. I capitali così raccolti sono custoditi sulla blockchain e possono essere utilizzati solo in base alle regole votate dagli utenti partecipanti ed eseguite dallo smart contract. Si può dire che una DAO sia un’evoluzione del crowdfunding che tende all’ibridazione con il concetto di venture capital: gli utenti non solo decidono di finanziare un progetto, ma stabiliscono come e per quale scopo.

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Rischi e sfide da superare

Nonostante il potenziale, l’integrazione della blockchain nel crowdfunding non è priva di ostacoli e criticità di ordine etico e pratico da affrontare.

  • Incertezza normativa: la classificazione dei token e i requisiti di compliance sono ancora in evoluzione e non sono uniformi a livello globale. In Europa il regolamento ECSP e la regolamentazione MiCA hanno fatto dei passi in avanti in questo senso, ma il quadro non è ancora sufficiente per offrire linee guida chiare e complete agli operatori e agli investitori. I Security Token, inoltre, a differenza degli Utility Token, sono soggetti alle normative sui valori mobiliari anziché ai regolamenti appena citati, quindi non c’è uniformità neanche tra le varie tipologie di asset digitali.
  • Volatilità: le criptovalute possono subire forti oscillazioni di valore, solo in parte mitigabili con l’utilizzo di stablecoin. Questo crea incertezza per le società offerenti riguardo al capitale effettivamente raccolto e per gli investitori sul valore dei loro token.
  • Barriere tecniche: wallet, smart contract e chiavi private sono strumenti complessi per l’utente medio. Va sottolineato, inoltre, che la tecnologia blockchain non gode di una buona reputazione, in quanto la percezione pubblica è influenzata dalle numerose truffe e dalla volatilità delle criptovalute.
  • Complessità di sviluppo e implementazione: creare piattaforme di crowdfunding basate su blockchain e sviluppare smart contract richiede competenze tecniche specializzate e costose. Blockchain molto ampie, inoltre, hanno un elevato consumo energetico, che impone costi di alimentazione e preoccupazioni ambientali.
  • Sicurezza: bug nei codici degli smart contract possono compromettere intere campagne, come dimostra il noto caso “The DAO”. 

“The DAO” era un ambizioso progetto di raccolta di capitali finalizzati all’investimento in startup decentralizzato su Ethereum, finanziato con una campagna di crowdfunding da oltre 150 milioni di dollari nel 2016. Tuttavia, una vulnerabilità nel codice del suo smart contract fu sfruttata da un hacker, che riuscì a sottrarre circa 60 milioni di dollari nella criptovaluta di riferimento.

Inoltre, nelle architetture web decentralizzate, gli utenti sono spesso responsabili della custodia delle proprie chiavi private, che danno accesso ai loro fondi. La perdita o il furto di queste chiavi può comportare la perdita irreversibile degli asset.

  • Liquidità solo teorica: i mercati secondari per token di startup sono ancora poco sviluppati e frammentati.

Piattaforme di crowdfunding su blockchain

Alcune piattaforme internazionali stanno già esplorando questi nuovi modelli, possiamo fare alcuni esempi.

Binance Launchpad, CoinList, Seedify fanno raccolte in token per progetti tecnologici.

Republic, Crowdcube, Wefunder stanno sperimentando la tokenizzazione equity su Ethereum.

Brickken e Token City forniscono la tecnologia blockchain per la tokenizzazione a piattaforme di terzi.

LenderKit fornisce un software white label per creare campagne di crowdfunding con tokenizzazione.

DAOstack fornisce infrastruttura per creare DAO dedicate al funding.

Kickstarter sta sviluppando un protocollo di decentralizzazione per lo svolgimento di campagne su rete blockchain.

In Italia non ci sono ancora piattaforme dedicate e la sperimentazione è ancora prudente e portata avanti più che altro alle società, che si affidano a piattaforme straniere. Turbo Crowd, per esempio, ha seguito il lato marketing di una campagna di STO di un’azienda italiana lanciata sulla piattaforma austriaca Black Manta.

Il futuro del crowdfunding: modelli ibridi e transizione graduale

È improbabile che la blockchain sostituisca il crowdfunding tradizionale nel breve periodo. Più realistico è l’emergere di modelli ibridi, in cui le piattaforme di crowdfunding integrano progressivamente funzionalità blockchain per migliorare la loro operatività, come:

  • Pagamenti in criptovalute (es. stablecoin)
  • Maggiore trasparenza delle transazioni e della rendicontazione attraverso reti distribuite
  • Opzioni di tokenizzazione degli asset nel post-campagna
  • Smart contract per automazioni di alcuni processi, come la distribuzione delle ricompense.

Questo approccio consente di bilanciare l’innovazione tecnologica con la solidità normativa e la semplicità d’uso, elementi chiave per coinvolgere un pubblico più ampio. Grazie all’esperienza, alla fiducia conquistata e alla solidità normativa delle piattaforme di crowdfunding, sarebbe così possibile sfruttare alcuni vantaggi della blockchain restando all’interno del perimetro della legalità ed evitando rischi ancora non noti che potrebbero nascondersi dietro l’utilizzo di queste nuove tecnologie.

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