- Quando evitare il crowdfunding: startup Pre-seed
- Test e prime ricerche di capitali: startup Seed
- Quando fare crowdfunding: startup Early stage e Growth
- I benefici del crowdfunding al momento giusto
- Il momento giusto per fare crowdfunding non basta
- Vuoi approfondire direttamente con i nostri esperti di crowdfunding l'argomento di cui stai leggendo?
- Hai bisogno di supporto per preparare una campagna di crowdfunding di successo e cercare potenziali investitori per il tuo progetto?
Fare crowdfunding è un’opportunità ricca di sfaccettature e potenziali benefici per un’azienda, ma per poterne sfruttare davvero i vantaggi è necessario capire quando è il momento giusto per fare crowdfunding. Nella vita di un’azienda, così come in quella personale di ogni individuo, ci sono tante azioni e attività di per sé proficue e corrette che però se vengono svolte nel momento sbagliato si rivelano inutili o addirittura dannose.
Il crowdfunding è una di queste: è uno strumento potente per raccogliere capitali e validare un progetto, ma il suo successo e i suoi effetti benefici dipendono fortemente dal momento in cui viene avviato. Abbiamo affrontato marginalmente questo argomento nell’articolo su chi può fare crowdfunding, nel quale sottolineavamo come l’equity crowdfunding non sia adatto a tutti, ma di seguito ci concentreremo più specificamente sul legame tra crowdfunding e fasi del ciclo di vita di una startup.
Quando evitare il crowdfunding: startup Pre-seed
La primissima fase del ciclo di vita di una startup è definita Pre-seed. È il momento in cui l’idea di business viene concepita dagli aspiranti imprenditori, quindi è ancora allo stato embrionale. L’entusiasmo generato dall’impulso creativo e dalla prospettiva di successo può portare a voler subito diffondere la propria idea per raccogliere i capitali necessari a realizzarla, ma occorre frenare gli animi.
La fase Pre-seed deve essere una fase di analisi, ricerca, studio intorno al mercato, al target, al prodotto/servizio. È un momento di lavoro che di solito si mantiene prettamente teorico. Il crowdfunding non è, di solito, la fonte di finanziamento adatta per queste prime attività. Le startup Pre-seed lavorano in bootstrapping, ovvero utilizzando capitali propri degli aspiranti imprenditori e capitali raccolti dalla propria cerchia di conoscenze (le 3F: Friends, Family, Fools/Fans).
Durante le attività pre-seed una startup può ricevere supporto da un incubatore, che di solito non fornisce risorse economiche bensì pratiche, come strumenti di lavoro, spazi, dati ecc.
Test e prime ricerche di capitali: startup Seed
L’obiettivo del lavoro preliminare descritto nel paragrafo precedente è porre le basi per la fase Seed, in cui si passa dalla teoria alla sperimentazione pratica. Questo significa creare un MVP, Minimum Viable Product, ovvero un prototipo con il quale si può iniziare a testare l’efficacia del prodotto e individuare un possibile modello di business. Il nome significa “prodotto minimo funzionante”: il prototipo deve avere tutte e solo le caratteristiche essenziali per poter essere utilizzato dai primi potenziali clienti e per trasmettere la propria funzionalità. Questi primi potenziali clienti sono detti early adopters e svolgono un ruolo fondamentale per testare la validità del prodotto e ricevere feedback per migliorarlo.
Solo verso la fine della fase Seed, o quando questa è a buon punto, è possibile iniziare a costruire una bozza di business plan e a cercare finanziamenti esterni, per esempio attraverso il crowdfunding. Il momento giusto per fare crowdfunding in questa fase varia da quello immediatamente successivo alla creazione del prototipo a quello successivo ai primi test con early adopters, a seconda del tipo di prodotto/servizio, delle esigenze degli startupper, delle caratteristiche del mercato di riferimento ecc.
È importante, infatti, avere un’idea valida e almeno parzialmente testata e uno scheletro di processi e risorse prima di lanciarsi in una campagna di crowdfunding, altrimenti è troppo alto il rischio di fallire la raccolta fondi e di danneggiare la reputazione dell’azienda prima ancora che questa abbia la possibilità di decollare.
Nella storia del crowdfunding non mancano esempi di startup che hanno fallito le campagne di crowdfunding proprio perché non avevano ancora un prodotto e una struttura sufficientemente maturi. Eccone due:
- La fotocamera Zano, pubblicizzata come “il drone più piccolo del mondo”, nel 2014 ha raccolto oltre 2 milioni di dollari tramite Kickstarter, ma non è mai stata prodotta a causa di problemi tecnici e di gestione del progetto.
- Il Coolest Cooler, un’innovazione nel settore dei cooler portatili, sempre nel 2014 ha raccolto oltre 13 milioni di dollari tramite Kickstarter. Tuttavia, l’azienda ha dovuto affrontare numerosi ritardi nella produzione e nella spedizione dei prodotti, generando frustrazione tra i sostenitori, alcuni dei quali non hanno mai ricevuto nulla.
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Quando fare crowdfunding: startup Early stage e Growth
Quando l’MVP funziona, i primi feedback dagli early adopter sono stati ricevuti, i primi soldi sono stati raccolti, allora è il momento di validare il lavoro svolto e cercare di accedere al mercato. Questa fase del ciclo di vita di una startup viene definita Early stage ed è probabilmente il momento ideale per fare crowdfunding.
A questo punto, infatti, la startup sa di avere un mercato, ne ha studiato i numeri potenziali, ha un minimo di metriche e di fiducia con cui presentarsi all’esterno in modo convincente. Non solo: per fare crowdfunding servono un minimo di risorse economiche da investire, un team da impegnare, dei processi marketing e sales da mettere al servizio della ricerca di investitori. Ecco perché c’è bisogno di aver superato il periodo di rodaggio iniziale.
In questa fase, di solito la tipologia di crowdfunding più utile è l’equity crowdfunding, ma a seconda del modello di business possono essere efficaci o migliori altre modalità (lending, reward ecc.: scopri tutti i tipi di crowdfunding).
Il crowdfunding per startup Early stage diventa allora un trampolino di lancio perfetto per approdare sul mercato con sufficiente energia, visibilità e risorse e una base di clienti fedeli.
Il crowdfunding, però, può essere un’ottima opzione di raccolta di capitali anche per le startup in fase Growth, ovvero le aziende che hanno ormai un prodotto o servizio solido e stanno cercando di espandersi e scalare il business. Lo stesso vale anche per aziende che sono uscite dallo status di startup e sono diventate PMI o grandi aziende. Il crowdfunding, infatti, non è solo una raccolta di capitali, bensì uno strumento di marketing che può fungere da abilitante o acceleratore per processi di crescita, diversificazione, internazionalizzazione, innovazione, riposizionamento ecc.
I benefici del crowdfunding al momento giusto
Inserire il crowdfunding nel momento giusto di una strategia di finanziamento a medio e lungo termine di un’impresa consente di sfruttarne al massimo i benefici e di integrare la raccolta di capitale online dalla “folla” con strumenti di finanziamento più tradizionali – per esempio fondi di venture capital o prestiti – in modo da sostenere la crescita dell’azienda a ritmo sostenuto e ininterrotto.
Vogliamo riepilogare qui i benefici che una startup, una PMI o una grande azienda possono ottenere se scelgono il momento giusto per fare crowdfunding, al di là dell’accesso flessibile al capitale:
- Diversificazione delle fonti di finanziamento.
- Validazione del prodotto/servizio, che sia quello di lancio o una nuova linea oppure un lancio in un nuovo mercato ecc.
- Miglioramento della reputazione dell’azienda in ottica creditizia o di accesso a finanziamenti tradizionali.
- Creazione di una community intorno al brand e al suo prodotto/servizio, con un elevato coinvolgimento dei clienti, che diventano anche sostenitori attivi del business.
- Visibilità, passaparola e fidelizzazione ad alta efficienza, grazie a un’operazione di marketing unica e distintiva rispetto ai competitor.
Il momento giusto per fare crowdfunding non basta
I benefici elencati nel paragrafo precedente non arrivano da soli, automaticamente, se si individua il momento giusto all’interno della vita dell’azienda per fare crowdfunding. Bisogna anche farlo bene.
Il successo di una campagna di crowdfunding, infatti, dipende da una accurata preparazione e pianificazione: non si improvvisa. Ecco perché, nella scelta del momento in cui fare crowdfunding, occorre considerare anche la quantità di tempo, impegno e soldi che saranno necessari: il momento giusto è anche quello in cui si dispone delle risorse appena elencate.
Ovviamente, le indicazioni sviluppate in questo articolo sono linee guida generali, che si possono adattare in modo flessibile alla maggior parte dei casi particolari, ognuno con le proprie specificità. Per esempio, nell’ambito del real estate, non si parlerà di “prodotto/servizio” o di “prototipo” nel modo canonico, bensì di avere già acquistato il terreno su cui costruire o il complesso da ristrutturare, oppure di aver ottenuto le licenze necessarie, come fasi preliminari; questo vale per tutti i passaggi descritti.
Abbiamo elencato tanti criteri per scegliere il momento migliore per fare crowdfunding: un buon punto di partenza per fare ordine tra le idee è il Crowdometro, lo strumento ideato da Turbo Crowd per aiutare le aziende a scoprire il proprio potenziale nel mondo del crowdfunding.
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