Reward crowdfunding: esempi

Reward crowdfunding: esempi

Il reward crowdfunding è una modalità di raccolta di capitali che propone al pubblico un prodotto di cui finanziare la realizzazione e offre in cambio il prodotto stesso a condizioni agevolate oppure in forme esclusive rispetto a quella con cui verrà lanciato ufficialmente sul mercato. Scopri tutto sul reward crowdfunding.

In questo articolo ci concentreremo su esempi pratici di campagne di reward crowdfunding, per comprendere in quali casi è utile questa tipologia di raccolta di capitali e quali sono le strategie di successo.

Quando fare reward crowdfunding

Per il suo meccanismo di funzionamento, il reward crowdfunding è utile principalmente per le seguenti tipologie di attività:

  • Aziende che realizzano prodotti
  • Artisti
  • Creatori di giochi e videogiochi.

Il coinvolgimento dei sostenitori, infatti, si basa sull’opportunità di ricevere qualcosa di concreto in cambio del sostegno economico: un’azienda che propone servizi avrebbe difficoltà a costruire una campagna di reward crowdfunding attraente. Non è impossibile, ma ci sono altre modalità di raccolta di capitali più adatte.

Il reward, infatti, è un oggetto concreto legato al prodotto da finanziare, per esempio:

  • Il prodotto stesso in anticipo e in edizione limitata
  • Un gadget o un accessorio relativo al prodotto
  • Una personalizzazione del prodotto
  • Per le produzioni artistiche, una copia del libro autografata, una stampa numerata ecc.

Il reward crowdfunding può essere utile in diverse fasi della vita di un’azienda o di un prodotto, per diversi scopi, per esempio:

  • Fare un test di mercato per lanciare da zero un prodotto innovativo
  • Entrare in un nuovo mercato con un prodotto già esistente
  • Creare una nuova versione di un prodotto già esistente
  • Fare un’operazione di marketing per cambiare o plasmare il posizionamento di un prodotto o del brand stesso
  • Raccogliere capitali per finanziare la realizzazione di prototipi.

Dove e come?

Le piattaforme su cui è possibile lanciare una campagna di tipo reward sono molte, ma le più famose e utilizzate sono poche: Indiegogo e Kickstarter su tutte. In Italia, si aggiunge Produzioni dal Basso, la prima piattaforma di crowdfunding nata in questo Paese.

Ogni piattaforma ha le proprie regole, ma si somigliano molto fra loro: trovi tutti i dettagli nell’articolo dedicato alle piattaforme di reward crowdfunding.

Veniamo ora al miglior modo di imparare come fare reward crowdfunding: esempi di chi ce l’ha fatta, con i loro punti di forza e le strategie adottate. Se è vero che il reward è un elemento estremamente variabile a seconda della tipologia di prodotto, di pubblico target e di brand e della creatività personale, è vero anche che le esperienze di terzi possono essere una preziosa fonte di ispirazione e che ci sono elementi di marketing che non possono mancare in ogni strategia di crowdfunding.

Tech Reward Crowdfunding: esempi

Uno dei campi in cui il reward crowdfunding ha notevole diffusione è quello dei prodotti tecnologici. I motivi?

  • L’alto tasso di innovazione
  • L’esistenza di nicchie di pubblico appassionato e/o esperto
  • La necessità di distinguersi dalla massa di proposte
  • La necessità di sperimentare con i prototipi e di raccogliere feedback dagli utilizzatori finali.

Tra gli apripista del reward crowdfunding in ambito tech troviamo Pebble Techology, un’azienda statunitense che ha prodotto i primi smartwatch nel lontano 2013 lanciando l’anno prima la prima versione su Kickstarter. Con più campagne successive la raccolta è arrivata fino a 10 milioni di dollari. Grazie alla raccolta di capitali online, Pebble ha potuto porre le basi per la fabbricazione di massa ed è arrivata a vendere 1 milione di unità nel 2014.

Pebble ha fatto leva sulla novità del prodotto, che implementava una tecnologia di cui si parlava da tempo, ma che non era ancora arrivata al mercato di massa. Con la campagna di reward crowdfunding, Pebble offriva a tutti gli appassionati di tecnologia di essere all’avanguardia e avere per primi uno smartwatch, a un prezzo scontato rispetto a quello con cui sarebbe entrato sul mercato.

Il reward principale era quindi uno sconto sul prezzo finale, maggiore per i primi partecipanti alla campagna (early bird), ma per tutti c’era anche una personalizzazione del prodotto con incisione e chi partecipava con un capitale più alto otteneva più orologi e accessori extra inclusi.

Pebble ha poi sfruttato la community costruita su Kickstarter per il lancio e la promozione anche dei modelli di smartwatch successivi al primo: ha così massimizzato lo sforzo fatto per ottenere quel primo risultato, alimentando il rapporto con i sostenitori, che hanno partecipato entusiasti anche alle nuove campagne e sono diventati clienti affezionati e promotori. Il reward crowdfunding, così, si è trasformato da necessità a strategia di marketing.

Non solo startup: anche una grande azienda come Philips nel 2019 ha usato il reward crowdfunding per lanciare PicoPix Max, un proiettore portatile wireless utilizzabile con qualsiasi dispositivo mobile. La piattaforma scelta è stata Indiegogo e il proiettore è stato offerto ai sostenitori a circa la metà del prezzo di vendita ufficiale, compreso di accessori. 

Philips ha puntato proprio sul fatto di essere un’azienda già nota, con il claim “From the Brand you Know and Love”, e ha lusingato gli amanti della tecnologia con la possibilità di possedere per primi un oggetto innovativo e di accedere a un contatto esclusivo con l’azienda per fornire i feedback che avrebbero guidato le produzioni successive.

Philips avrebbe potuto tranquillamente seguire i suoi abituali processi per la commercializzazione del proiettore, ma con la campagna di reward crowdfunding ha ottenuto migliaia di early adopter pronti a fornire feedback e fare passaparola e ha generato una massiccia esposizione mediatica. Non solo: grazie alla pre-vendita, ha potuto strutturare in modo più efficiente i processi di produzione e distribuzione e pianificare la successiva produzione.

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Videogame Reward Crowdfunding: esempi

Il mondo dei videogiochi ha alcuni tratti in comune con quello delle nuove tecnologie. Grazie a questi tratti e altri elementi peculiari è un terreno fertile per il reward crowdfunding. Gli appassionati di videogiochi, infatti, rappresentano nicchie di veri e propri fan di generi, filoni o giochi specifici, che danno molto valore alle novità, alle espansioni, alla possibilità di provare per primi un nuovo gioco e di essere protagonisti della discussione intorno a esso.

Un esempio datato ma di grande successo è quello di Divinity: Original Sin, un videogioco di ruolo del genere avventura/fantasy prodotto da Larian Studios come prequel del gioco Divine Divinity. La prima versione è stata finanziata nel 2014 su Kickstarter, dove ha raccolto quasi 1 milione di dollari.

I produttori del gioco hanno creato una serie di materiali (video, immagini, testo) per la promozione della campagna modellati sulle grafiche del gioco stesso, rendendo la comunicazione molto coinvolgente. Non solo: la strategia di Larian Studios ha insistito molto anche sul raccontare ai potenziali sostenitori come il gioco avrebbe potuto essere arricchito grazie al denaro raccolto, elencando i professionisti che avrebbero coinvolto, gli elementi extra che avrebbero aggiunto e le migliorie tecniche realizzabili.

Lo sviluppo dei reward è stato legato strettamente all’esperienza di gioco, proponendo per i sostenitori della campagna personaggi aggiuntivi, personalizzazione dei personaggi, obiettivi di gioco extra, oggetti speciali da utilizzare durante le missioni, la possibilità di scrivere dialoghi del gioco ecc.

I sostenitori sono diventati, così, parte del gioco stesso. Il successo è stato tale che la casa di produzione ha deciso di ricorrere al reward crowdfunding anche per Divinity: Original Sin II, raggiungendo questa volta i 2 milioni di dollari di raccolta.

Nell’ambito dei videogiochi abbiamo anche un esempio italiano: Nightfell, sviluppato dalla società romana Grim Moon Studio Srl e ispirato nientemeno che a Dungeons&Dragons. La campagna, lanciata su Kickstarter con un obiettivo minimo di 20.000€, ha superato i 183.000€ di raccolta con poco più di 2.000 investitori. I reward partivano da un pacchetto base offerto con il finanziamento minimo, che comprendeva materiale illustrato in digitale e obiettivi extra per il gioco, per poi crescere in maniera direttamente proporzionale al capitale versato, con libri illustrati, gadget, espansioni di gioco esclusive ecc.

Il mondo dei giochi ha un enorme potenziale immaginifico che può essere sfruttato anche per una campagna di crowdfunding. E non parliamo solo di videogame, ma anche di board games, ovvero giochi da tavolo: uno su tutti, Exploding Kittens ha fatto impazzire Kickstarter, raccogliendo oltre 8 milioni di dollari con il suo universo comico-grottesco di gattini esplosivi. Il gioco è molto semplice, ma la narrazione ironica e il disegno goliardico, oltre che la potente leva dei gatti, hanno creato un enorme coinvolgimento, tanto che oggi il gioco è anche una serie tv Netflix. Tra i reward della campagna, esempi interessanti sono mazzi di carte extra, esclusivi in quanto non presenti in alcuna delle versioni del gioco in commercio, e copie del gioco firmate dai creatori o con carte personalizzate per ciascun sostenitore.

Altri esempi di successo

Il reward crowdfunding non è solo uno strumento di raccolta di capitali per prodotti relativamente di nicchia come device tecnologici e giochi, bensì risulta utile anche per prodotti di uso più comune.

Due esempi di successo in questo senso sono la campagna del brand spagnolo Hawkers e quella della startup italiana Embru.

Hawkers è un brand di occhiali da sole di notevole diffusione, che nel 2015, quando aveva già costruito la sua brand reputation, ha lanciato una campagna di reward crowdfunding per “cambiare il business degli occhiali da sole per sempre”, proponendo modelli di occhiali low cost ma di alta qualità e contrapponendosi esplicitamente ai grandi produttori di occhiali da sole. Inserire questo claim all’interno di una campagna di crowdfunding era una perfetta mossa di marketing per posizionarsi come il brand di occhiali da sole accessibile a tutte le tasche, per la “folla” (crowd). La campagna dava la possibilità di acquistare un paio di occhiali della nuova linea in anteprime e a partire da solo 1 euro. Per i sostenitori che avessero contribuito con 1.000€ c’era un reward speciale: il loro nome sarebbe stato utilizzato per un modello di occhiali della nuova collezione.

Embru, invece, è una startup siciliana proprietaria del marchio di orologi di alta gamma Bencler Watches, oggi rinominato Bramier. Nel 2023 ha concluso con successo una campagna di reward crowdfunding su Kickstarter per il lancio del modello Rocks Diver, offrendo ai sostenitori early bird uno sconto del 44% rispetto al prezzo di commercializzazione ufficiale dell’orologio e ai sostenitori successivi uno sconto via via inferiore. I finanziatori più generosi potevano ottenere anche degli accessori per l’orologio.
Abbiamo visto diverse sfumature di reward crowdfunding: esempi che dimostrano come questo tipo di raccolta di capitali sia adatto alle startup come alle grandi aziende, ai prodotti innovativi e a quelli più tradizionali. Il segreto è comunicare con il target giusto e studiare reward stimolanti.

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