Il crowdfunding in Europa: dati e trend

crowdfunding in Europa

Ogni anno il Crowdfunding Research Center pubblica lo European Crowdfunding Market Report, un documento che analizza la situazione del crowdfunding in Europa sulla base dei dati dell’anno precedente forniti dalle piattaforme.

Il report uscito all’inizio del 2024, sui dati del 2023, è particolarmente interessante perché ci offre una fotografia di transizione con cui confrontare, l’anno prossimo, l’effetto dell’entrata in vigore del Regolamento ECSP, che ha dato il via al mercato unico europeo del crowdfunding. Tutti gli Stati membri, infatti, dalla fine del 2023 sono sottoposti alla stessa normativa per quanto riguarda i fornitori di servizi di crowdfunding.

Lo European Crowdfunding Market Report analizza i dati relativi a piattaforme, investitori e finanziatori, società offerenti.

Le piattaforme di crowdfunding in Europa

Nel 2023 le piattaforme di crowdfunding in Europa erano 594, alcune delle quali operanti in più Paesi e la maggior parte attive da 8-9 anni. Sarà interessante verificare, nel report dell’anno prossimo, come questo numero sia cambiato: sappiamo che alcune piattaforme hanno avuto difficoltà a implementare tutti gli adempimenti richiesti dal Regolamento ECSP, quindi alcune di esse probabilmente risulteranno chiuse alla prossima indagine, oppure saranno state state acquisite da altre.

I Paesi in cui è attivo il maggior numero di piattaforme in termini assoluti sono Germania, Regno Unito e Francia. I Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), però, spiccano per l’elevato numero di piattaforme operative in relazione al numero di abitanti: un dato che si ricollega alla forte propensione tech di questi Stati.

Complessivamente, il volume medio annuo di fondi raccolti per piattaforma è aumentato da 16 milioni di euro nel 2021 a 19 milioni di euro nel 2022 (ultimi dati completi). Sono le piattaforme dell’Europa settentrionale quelle che registrano i volumi maggiori di raccolta, con una media di 27 milioni.

Sovrapponibile a quanto appena riportato è il dato del Crowdfunding Market Readiness Index: gli Stati in cui il mercato risulta più pronto e adatto al crowdfunding sono Paesi Bassi, Norvegia e Danimarca.

Veniamo alle informazioni forse più interessanti per le aziende che si stanno guardando intorno alla ricerca di una piattaforma di crowdfunding in Europa per i propri progetti:

  • L’anzianità della piattaforma non è correlata in modo rilevante al successo delle sue raccolte, perciò anche piattaforme giovani possono registrare grandi volumi.
  • Il 60% delle piattaforme europee intervistate opera con un singolo modello di crowdfunding. Il 25% delle piattaforme combina 2 modelli, il 10% ne opera 3, mentre il 4% offre tutte le tipologie.
  • Nel settore equity, solo il 10% delle campagne supera la selezione, mentre nel lending la quota è del 14%. Nei modelli donation e reward, invece, la selezione ha maglie molto larghe, infatti il 95% delle richieste viene accettata.
  • Il tasso di successo delle campagne supera il 90%.
  • Le piattaforme di lending crowdfunding sono quelle che crescono a forti ritmi, mentre la raccolta equity, reward e donation rimane stabile.

Identikit dei fundraiser europei

Chi raccoglie capitale in crowdfunding in Europa

  • I giovani sono più propensi a utilizzare il lending crowdfunding oppure i modelli donation e reward, mentre l’equity crowdfunding è prediletto da imprenditori più maturi. 
  • La maggior parte dei fundraiser nel crowdfunding è uomo. La quota femminile è alta solo nei modelli reward e donation, mentre resta intorno alla media del 30% per equity e lending. L’Europa meridionale, in questo senso, è particolarmente squilibrata, con solo un 3,5% di donne che fanno equity crowdfunding, per esempio.
  • In tutti i modelli di crowdfunding prevalgono le società offerenti che si identificano come PMI.
  • Chi fa campagne di tipo equity, donation o reward tende a farne solo una, mentre nel lending crowdfunding i fundraiser sono più ricorrenti. Non è strano: il lending crowdfunding, per la sua rapidità, si presta a fare più campagne di seguito per finanziare via via le diverse fasi di un progetto. È interessante, inoltre, sottolineare come i volumi di raccolta siano mediamente più alti per le piattaforme con più fundraiser ricorrenti: fare più campagne di crowdfunding paga! Il merito è la forza della community costruita con la prima campagna, oltre che l’expertise e le risorse acquisiti.

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Identikit dei partecipanti al crowdfunding in Europa

Il numero medio di utenti per piattaforma è 500, con l’equity crowdfunding che ha registrato un calo, mentre il lending continua a crescere.

Vediamo le loro principali caratteristiche:

  • Nel lending crowdfunding la maggior parte degli investitori si colloca nella fascia d’età 36-45 anni.
  • Nell’equity crowdfunding l’Europa è divisa, infatti in Europa orientale prevalgono gli investitori tra i 36 e i 45 anni, in Europa occidentale quelli di età superiore a 46 anni, in Europa settentrionale i giovani tra i 26 e i 35 anni. 
  • Donation e reward crowdfunding, insieme, vedono una prevalenza di sostenitori di età superiore ai 46 anni.
  • Le donne rappresentano solo tra il 18% e il 27% degli investitori in equity, e tra il 7% e il 27% degli investitori in lending, mentre superano il 50% le sostenitrici nei modelli donation e reward.
  • La maggior parte degli investitori sono singole persone fisiche.
  • La maggior parte delle persone partecipa a campagne domestiche piuttosto che internazionali (per ora!), il 12% di investitori è straniero nel lending crowdfunding, il 5,4% nell’equity.
  • Nell’equity e nel lending crowdfunding la maggior parte dei sostenitori risultano investitori abituali, rappresentando il 60,6% degli investitori in equity e il 66,6% degli investitori lending.

Quest’ultimo punto evidenzia una differenza tra media europea e Italia: nel nostro Paese la maggior parte delle persone che partecipa a una campagna di equity crowdfunding lo fa una volta sola, perché interessato a un progetto specifico. La situazione è più simile alla media europea per il lending crowdfunding, che si presta per sua natura ad attività di investimento regolari.

Crowdfunding transfrontaliero

Il Regolamento ECSP, equiparando la normativa sui servizi di crowdfunding in tutti i Paesi membri dell’Unione, ha reso possibile la raccolta di capitali all’estero. I dati del 2023 evidenziano ancora una maggioranza di piattaforme (82% circa) operanti in un solo Paese, ma già alla fine del 2023 molte hanno chiesto l’autorizzazione per operare in più Stati, come da regolamento. 

Come abbiamo già detto, per ora solo il 12% di investitori è straniero nel lending crowdfunding e solo il 5,4% nell’equity crowdfunding (le percentuali sono trascurabili nel reward e nel donation), ma i flussi di capitali esteri sono in crescita, soprattutto nell’equity crowdfunding. L’area in cui tale crescita è maggiore è quella dell’Europa settentrionale, mentre noi dell’Europa meridionale non abbiamo ancora iniziato ad attirare significativamente capitali dall’estero con il crowdfunding.

La maggior parte delle piattaforme intervistate è abbastanza soddisfatta della regolamentazione attuale per il crowdfunding in Europa, ma suggerisce alcune modifiche al regolamento ECSP:

  • Inclusione del lending crowdfunding consumer (prestito ai privati).
  • Aumento del limite di 5 milioni di euro di raccolta annuale.
  • Implementazione di qualifiche di conoscenza piuttosto che soglie minime di portafoglio o soglie massime di investimento.

Il crowdfunding del futuro

Le piattaforme di crowdfunding in Europa stanno investendo molto nella ricerca e nello sviluppo dal punto di vista tecnologico. Ecco i principali trend riscontrati:

  • sviluppo di app per mobile
  • strutturazione di un mercato secondario
  • consulenza finanziaria
  • tokenizzazione degli asset
  • pagamenti in criptovalute
  • intelligenza artificiale e machine learning per la prevenzione delle frodi

Il crowdfunding in Europa si rivela dinamico, in continua evoluzione, con alcune tendenze affermate e altre all’orizzonte: non resta che restare sempre aggiornati per cogliere tutte le opportunità per imprese e investitori.

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