Il binomio crowdfunding-startup domina l’immaginario di questa forma di finanziamento alternativa sin dai suoi albori. Sebbene la storia ci insegni che il crowdfunding è nato ben prima del concetto di startup, non si può negare che la sua fortuna contemporanea sia dovuta all’utilità del crowdfunding per startup innovative e non.
È naturale che sia così: le startup sono la categoria di imprese che ha più difficoltà con la ricerca di finanziamenti e che soffre maggiormente anche di altre lacune di risorse che il crowdfunding può aiutare a colmare. In questo articolo vogliamo appunto rispondere alla domanda “perché il crowdfunding è così interessante per le startup?”: spiegheremo quali sono le lacune appena citate e quali sono i benefici del crowdfunding per le startup, non solo dal punto di vista economico.
Ma prima di procedere, ci teniamo a sottolineare che il crowdfunding non è adatto solo alle startup: in qualsiasi fase di vita una società si trovi, può trarre vantaggio da una campagna di crowdfunding (o più di una!). Essa, infatti, fra le altre cose, è anche un ottimo strumento di business development. Tanto che, se inizialmente la normativa italiana riservava l’equity crowdfunding solo alle startup e PMI innovative, gradualmente lo ha esteso a tutte le startup e PMI e infine a tutte le categorie di spa e srl, senza distinzioni di dimensioni.
I punti di debolezza delle startup
Le startup hanno delle caratteristiche intrinseche nella loro stessa natura che determinano alcuni punti di debolezza.
- Hanno bisogno di tanti soldi, molti dei quali sono investimenti senza un ritorno economico nell’immediato, e spesso neanche nel futuro: la fase startup è fatta di strutture, fondamenta e mattoni imprescindibili, ma anche di errori e aggiustamenti ripetuti fino a tarare correttamente il modello di business. Per una startup, è normale operare in perdita nel primo periodo, ma per farlo ha bisogno di continue iniezioni di capitale.
- Non hanno metriche: in quanto imprese nuove, non hanno numeri e storicità di performance. Per costruirli, si torna al punto 1. Ma questa mancanza ha anche altre conseguenze, che vediamo nel punto successivo.
- Non hanno i requisiti per chiedere finanziamenti presso i canali tradizionali. La mancanza di metriche e di storicità si traduce nell’impossibilità di dimostrare il proprio merito creditizio e le proprie potenzialità presso banche o altri istituti di credito, nonché di rispettare molte delle condizioni che gravano sulla concessione di finanziamenti da questi soggetti.
- Rappresentano un’incognita rischiosa. Rispetto ad aziende consolidate, sono ovviamente meno attrattive per gli investimenti, perché hanno probabilità più elevate di fallimento.
- Non sono inserite in un network di fornitori, collaboratori, clienti e altri stakeholder, ma anche di competitor. Per una startup la rete è fondamentale e va costruita passo passo a partire dalle conoscenze dei founder. Non è raro che i founder di una startup abbiano già una rete imprenditoriale e personale di valore per il nuovo business, ma va stimolata, coltivata e veicolata verso i nuovi obiettivi. Laddove non ci sia, va costruita da zero.
I punti di forza del crowdfunding
Il crowdfunding ha molti punti di forza che possono offrire soluzioni ai problemi delle startup e addirittura trasformare in punti di forza alcuni dei punti di debolezza elencati nel precedente paragrafo.
- Ha requisiti di accesso molto meno stringenti rispetto alle fonti di finanziamento tradizionali.
- Permette alle aziende di stabilire autonomamente gli obiettivi e le condizioni dei finanziamenti.
- Permette di rivolgersi con un solo strumento a ampie platee di potenziali investitori.
- Crea intorno all’azienda una community, che rappresenta un asset durevole nel tempo ed è fonte di brand ambassador sinceri.
- Consente di trovare in un colpo solo sia investitori sia clienti, costruendo o ampliando la customer base con contatti solidi e duraturi.
- Contribuisce a validare l’idea di business, permettendo di fare test di mercato mentre si raccolgono capitali e di ricevere feedback direttamente dal target del prodotto/servizio proposto.
- Permette di suddividere il rischio dell’investimento su tante persone e prevede un taglio minimo di investimento molto basso, superando le remore dovute all’alta rischiosità delle startup.
- Migliora la reputazione della startup nei confronti delle fonti tradizionali di credito, facendo acquisire credibilità.
- Genera visibilità e aiuta l’azienda a creare un proprio network professionale e a raggiungere contatti utili.
- È un’occasione di formazione, di acquisizione di competenze, di sperimentazione e ristrutturazione delle strategie di marketing e sales.
Sui vantaggi del crowdfunding potremmo dilungarci ancora, ma vogliamo focalizzarci su quelli più significativi e specifici per le startup. Approfondiamo, quindi, la relazione tra i punti di forza del crowdfunding appena elencati e i punti di debolezza delle startup, chiarendo quali tipi di crowdfunding abilitano maggiormente ciascun vantaggio.
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Benefici del crowdfunding per startup
Partiamo dal beneficio più ovvio: il crowdfunding offre alle startup una strada accessibile e democratica per ottenere almeno una parte dei finanziamenti di cui hanno bisogno, senza imporre condizioni e requisiti impossibili da rispettare per un’azienda neonata. Le condizioni di un aumento di capitale e di una cessione di quote (equity crowdfunding), così come quelle di vendita di un prodotto (reward crowdfunding) o il tasso di interesse per un prestito (lending crowdfunding) vengono stabilite dall’azienda stessa, che diventa soggetto anziché oggetto del finanziamento.
Come abbiamo accennato, poi, il crowdfunding si basa sulla capacità di convincere un certo numero di persone a credere nelle potenzialità di un progetto al punto di investirvi i propri soldi, quindi genera metriche: una campagna di crowdfunding di successo può dimostrare a banche, fondi di investimento, business angel, venture capital che la startup ha del buon potenziale e ha mercato. Ecco che allora il crowdfunding diventa un vero e proprio trampolino di lancio, sia dal punto di vista del perfezionamento dell’idea di business, sia da quello delle vendite e della reputazione verso l’esterno.
A proposito di mercato, con il crowdfunding una startup può fare un test di mercato raccogliendo contemporaneamente feedback sul prodotto/servizio e capitali. Si evita, così, di sprecare tempo e soldi andando direttamente sul mercato con un prodotto/servizio troppo simile a qualcosa di già esistente oppure con un pubblico troppo ristretto, o ancora con il pricing errato o con una carenza di funzionalità essenziali. Una campagna di crowdfunding permette di capire se, quale e quanta richiesta c’è per quel tipo di prodotto o servizio e di fornire questo dato come sostegno alla dimostrazione delle potenzialità dell’azienda.
La ricerca di investitori porta in contatto con tantissime persone che per qualche motivo hanno un interesse o un legame con il prodotto/servizio dell’azienda o con il suo settore economico di riferimento: questo significa accedere a tante occasioni di networking, utilizzando la campagna di crowdfunding come gancio tematico e leva di visibilità, e scoprire figure professionali o contatti commerciali che possono tornare utili alla crescita dell’azienda. Poiché, inoltre, i migliori investitori sono i clienti o potenziali tali della startup, fare crowdfunding significa rivolgersi proprio a loro e trasformarli in investitori e clienti in un colpo solo.
Ultimo ma non ultimo, per una startup fare una campagna di crowdfunding è un’ottima occasione per acquisire expertise in diversi campi, consolidare il team e per costruire e testare la propria personalissima strategia marketing da portarsi dietro per il futuro.
Vediamo ora, ancora più nel dettaglio, quali sono i benefici specifici delle principali tipologie di crowdfunding per le startup.
Equity crowdfunding per startup
L’equity crowdfunding è probabilmente il tipo di crowdfunding maggiormente associato alle startup. Non a caso: le startup sono le società che possono trarne i maggiori vantaggi.
Come abbiamo approfondito nell’articolo Equity vs Lending, l’equity crowdfunding è particolarmente adatto alle startup perché non richiede di dimostrare alcun merito creditizio. La selezione all’ingresso, che comunque viene operata dalle piattaforme, si basa piuttosto sulla solidità e l’affidabilità del business plan e sul contesto del mercato di riferimento.
Una startup che ha un’idea dal grande potenziale, ne ha studiato accuratamente la fattibilità, ha stilato un budget e delle previsioni credibili, si colloca in un mercato in crescita e con ottime prospettive future, grazie all’equity crowdfunding può trovare i primi finanziamenti per trasformare quell’idea in realtà.
Le quote di una startup, inoltre, pur con un buon potenziale, non possono avere un valore molto elevato, proprio perché non ci sono metriche per valutarla concretamente e ci sono molte incognite sul futuro: il prezzo conveniente rende più facile attrarre gli investitori ad acquistarle in una campagna di equity crowdfunding, con la prospettiva di entrare nel business nel momento giusto per poi guadagnarci una volta cresciuto.
Non è un caso se il 62% delle imprese che hanno fatto equity crowdfunding l’anno scorso erano startup! (fonte: Report 2023 dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano)
Lending crowdfunding per startup
Il lending crowdfunding ricalca il meccanismo del prestito bancario, distribuendo però il prestito su una moltitudine di investitori anziché su un solo (o pochi) istituti di credito.
In quanto prestito, esso richiede alle imprese che vogliono accedervi di poter sostenere il debito e dimostrare quindi un certo merito creditizio. Al contrario dell’equity crowdfunding, infatti, con il lending crowdfunding la società prende un impegno nei confronti degli investitori, perciò le piattaforme di crowdfunding devono verificare che essa sia in grado di rispettare tale impegno per offrire ai propri investitori proposte di qualità.
Per questo motivo, il lending crowdfunding per startup ai primissimi passi può essere meno appetibile rispetto ad altre tipologie. Può essere un’opportunità utile, però, per startup in fase Growth, che hanno già iniziato a generare ricavi e hanno bisogno di finanziamenti per scalare il business, espandersi e fare il salto di qualità.
Un’altra formula del lending crowdfunding interessante anche per le startup è la possibilità di sfruttarlo come finanziamento-ponte per ottenere liquidità in tempi brevi nell’attesa di sbloccare fondi da altre fonti, per esempio da un bando pubblico o privato o da un aumento di capitale, o da una campagna di equity crowdfunding!
Reward crowdfunding per startup
Veniamo infine a una tipologia di crowdfunding estranea alla categoria del cosiddetto “crowdinvesting”. Nel reward crowdfunding, infatti, non c’è la prospettiva di un ritorno economico per chi partecipa alla campagna. La ricompensa è ricevere in anteprima e/o in un’edizione limitata il prodotto per la cui realizzazione l’impresa ha raccolto il capitale in crowdfunding.
Il reward crowdfunding, quindi, ha molti benefici per le startup che realizzano prodotti: è un test di mercato a basso costo che permette di verificare l’interesse per il prodotto e di perfezionare quest’ultimo raccogliendo feedback dai diretti interessati. Nonché soldi per lavorare al prototipo e al suo perfezionamento: per una startup di prodotto, a differenza di quelle di servizi, non è possibile aggirare i costi materiali nemmeno nelle fasi iniziali.
Non solo: i partecipanti alla campagna saranno i primi e più affezionati clienti del prodotto, su cui contare per un efficace passaparola.
Alle startup in cerca di capitali non resta che scoprire tutte le potenzialità del crowdfunding nelle sue varie declinazioni e sfruttarne tutti i benefici.
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