Il lending crowdfunding è il modello di raccolta di capitali che ricalca lo schema del prestito: la società che lancia la campagna su una delle piattaforme di lending crowdfunding a disposizione raccoglie soldi in prestito dai partecipanti e poi li restituisce a scadenza con gli interessi prestabiliti. Insieme all’equity crowdfunding, è una modalità di crowdinvesting, infatti i sostenitori di una campagna di lending crowdfunding sono investitori, in quanto versano del capitale che viene poi remunerato.
Con l’entrata in vigore del Regolamento UE sul crowdfunding, anche le piattaforme di lending crowdfunding sono diventate soggette a una normativa specifica di funzionamento e di tutela degli investitori, mentre finora vigevano poche regole sparse tra diversi documenti normativi di riferimento.
Vediamo quindi quali sono le principali piattaforme di lending crowdfunding in Italia, come funzionano e qual è il loro ruolo.
Tipologie di piattaforme di lending crowdfunding
Le piattaforme di lending crowdfunding possono essere di due tipi:
- business
- consumer.
Le prime sono dedicate esclusivamente ai prestiti alle imprese, le seconde ai prestiti alle persone fisiche. Sono rare le piattaforme miste. In questo articolo ci concentreremo sulla prima tipologia.
Un’ulteriore distinzione è quella tra le piattaforme generaliste, che ospitano cioè progetti e aziende di qualsiasi settore economico, e piattaforme real estate, focalizzate cioè solo su progetti immobiliari, di grande popolarità in ambito lending.
L’ultima categorizzazione delle piattaforme di lending crowdfunding riguarda il modello proposto agli investitori:
- il modello diffuso permette agli investitori interessati di mettere a disposizione della piattaforma un capitale e di dare indicazioni sul tipo di investimento desiderato (tasso di interesse, livello di rischio ecc.), ma non di scegliere il singolo progetto in cui investire, compito che spetta ai gestori del portale;
- il modello diretto lascia agli investitori la scelta dei progetti da finanziare e la finalizzazione dell’investimento.
Il primo modello è il meno adottato, è più simile a una forma di risparmio gestito e prevede costi di servizio più alti e rischi più bassi. Il secondo è il modello che ricalca maggiormente il paradigma del crowdfunding vero e proprio.
Come funzionano le piattaforme di lending crowdfunding
Le piattaforme di lending crowdfunding business hanno un team di selezione che si occupa di vagliare i progetti proposti dalle società che vogliono lanciare una campagna. Poiché il successo di una piattaforma è strettamente correlato al successo delle sue campagne, la fase di selezione è molto importante: solo le aziende con un business plan solido e convincente, un merito creditizio accettabile e una buona consapevolezza sul crowdfunding ricevono il via libera per il lancio di una campagna di lending crowdfunding. Alcune piattaforme si appoggiano ad agenzie di rating esterne per la valutazione delle società, altre sviluppano internamente modelli di credit scoring.
È nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti – piattaforma, società, investitori – che la selezione sia accurata, perché una campagna che fallisce danneggia tutti. Per una società è meglio essere rifiutata in un momento in cui non è pronta per una campagna di lending crowdfunding, piuttosto che provarci a tutti i costi e andare incontro al fallimento. Spesso le piattaforme di crowdfunding allegano al rifiuto delle proposte consigli e indicazioni per rafforzare i punti deboli e raggiungere il livello di preparazione e solidità richiesto.
Le aziende che superano la selezione devono preparare il materiale da inserire nella pagina della campagna sul portale di lending crowdfunding: alcuni dati sono obbligatori per tutti, per esempio il tasso di interesse, la durata del prestito, la classe di rischio e il business plan, altri possono variare da un portale all’altro.
Di solito nel team delle piattaforme c’è qualcuno che ha il ruolo di supportare le aziende in questa fase e spesso è lo stesso campaign manager che segue poi lo svolgimento dell’operazione. Le diverse piattaforme di crowdfunding offrono supporto di qualità e quantità differenti e molte propongono servizi aggiuntivi a pagamento e collaborazioni con partner esterni.
La gestione del prestito in lending crowdfunding
I versamenti degli investitori in lending crowdfunding vengono processati dalle piattaforme tramite istituti di pagamento terzi: le piattaforme non trattengono denaro, bensì agiscono come “agenti di istituti di pagamento”. Al termine della campagna, è l’agente di pagamento che eroga il capitale raccolto alla società. Prima, però, le piattaforme trattengono una success fee sul totale del raccolto, che rappresenta il loro compenso.
Solitamente le società possono scegliere tra due modalità di restituzione del prestito:
- amortizing, cioè pagamento in più rate a scadenze fisse prestabilite;
- bullet, cioè rimborso del prestito in soluzione unica al termine della campagna e successivi versamenti periodici degli interessi.
Sono le piattaforme di lending crowdfunding stesse a verificare la regolarità dei pagamenti, ma non agiscono da garanti e in caso di insolvenza non sono responsabili in alcun modo.
Le società possono presentare propri garanti da associare alle campagne di crowdfunding, aumentandone l’attrattività per gli investitori. Per alcuni tipi di progetti è possibile richiedere l’attivazione del Fondo di Garanzia dello Stato. Alcune piattaforme, infine, propongono un fondo di copertura in caso di insolvenza, alimentato da una fee richiesta agli investitori stessi: una sorta di assicurazione.
L’ultimo aspetto da considerare è la gestione della tassazione degli interessi: alcune piattaforme hanno partnership con servizi che fanno da sostituti d’imposta per gli investitori e si occupano di trattenere l’imposta del 26% dagli interessi versati dalle società, altre invece non offrono questo servizio e lasciano quindi alla società il compito di applicare la ritenuta d’acconto sugli interessi.
Il ruolo delle piattaforme
Come abbiamo già precisato per le piattaforme di reward crowdfunding, anche per quelle di lending è necessario chiarire cosa aspettarsi dai portali e cosa no.
Spesso, infatti, le aziende pensano che siano le piattaforme a portare gli investitori: a meno che non si tratti di un portale a modello diffuso, pagato per farlo, non è così.
Le attività di promozione che i portali possono fare per le loro campagne sono limitate e generiche: il grosso dei sostenitori arriva dalle community che le società riescono a creare intorno a sé e al proprio progetto, facendo marketing strategico. I principali investitori, infatti, sono i clienti o potenziali tali della società proponente, e chi meglio di quest’ultima può raggiungerli?
Tanto più che nel nuovo Regolamento Ue è stato introdotto il divieto per le piattaforme di promuovere esplicitamente singole campagne.
Le migliori piattaforme di lending crowdfunding
Il report 2023 dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano registrava a luglio 2023 un complesso di 4 piattaforme di lending crowdfunding di tipo consumer, 10 di tipo business generaliste e 17 di tipo business specializzate nel real estate.
Ecco le principali piattaforme non immobiliari:
- Re-Lender
- EvenFi
- Ener2Crowd (specializzata in progetti green)
- Crowdlender.
Di seguito, invece, i maggiori player in ambito immobiliare:
Ricordiamo infine che, con l’entrata in vigore del Regolamento UE, è possibile lanciare campagne di lending crowdfunding anche su piattaforme autorizzate estere, per esempio:
- Winwinner in Belgio
- Crowdpear in Lituania
- Urbanitae in Spagna
- Clubfunding in Francia
e molte altre.
La scelta di una piattaforma di lending crowdfunding è importante e delicata e vanno analizzate con cura le diverse opzioni a disposizione, a seconda delle proprie esigenze.
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