- Costi di commissione
- Costi burocratici
- Costi di marketing e comunicazione
- Interessi
- Ma quindi quanto costa fare una campagna di crowdfunding?
- Vuoi approfondire direttamente con i nostri esperti di crowdfunding l'argomento di cui stai leggendo?
- Hai bisogno di supporto per preparare una campagna di crowdfunding di successo e cercare potenziali investitori per il tuo progetto?
Quanto costa fare crowdfunding è una delle informazioni più difficili da ottenere per un’azienda che si approccia alla raccolta di capitale online. Innanzitutto perché è un costo composto da molte voci, non tutte standardizzabili, poi perché a nessuno piace parlare di soldi, nemmeno quando si parla… di soldi! È un paradosso a cui cercheremo di iniziare a rimediare con questo articolo.
Prima di avviare una campagna di crowdfunding, infatti, è fondamentale “fare i conti”. Bisogna stabilire l’obiettivo di business da realizzare e il relativo obiettivo economico, che non può essere vanificato totalmente dai costi necessari per raggiungerlo. Tali costi, perciò, vanno calcolati in anticipo o quanto meno stimati in modo abbastanza preciso, per quanto ci possano essere sicuramente degli adattamenti in corso d’opera. Il gioco deve sempre valere la candela.
Per prima cosa è utile sgombrare il campo da un malinteso che si verifica spesso in questo settore: fare crowdfunding non è gratis. Il capitale raccolto in una campagna non è mai disponibile nella sua interezza nelle tasche dell’impresa. Per non rimanere delusi è bene dimenticarsi del mito della “colletta” che permette a chiunque di realizzare un sogno grazie alla risonanza del web e alla partecipazione dal basso. Escludendo la modalità donation, che non riguarda quasi mai le imprese, il crowdfunding è un’operazione finanziaria che richiede un investimento di risorse affinché porti il ritorno economico atteso.
Questo non significa che più è alto l’investimento iniziale più è garantito il successo di una campagna di crowdfunding: le risorse non bastano, bisogna saperle usare con la giusta strategia, di qualsiasi entità siano. Gli studi in merito non hanno evidenziato una correlazione diretta tra investimento economico iniziale e tasso di successo finale. Ma senza dubbio è importante calibrare le proprie aspettative anche in base alle risorse che si è in grado di mobilitare.
Per questo la strategia e la tattica sono così importanti: per efficientare le risorse ed evitare di sprecare denaro dove non serve, puntando alla quantità anziché alla qualità.
Vediamo, quindi, nel dettaglio quali sono le principali voci di costo che un’impresa deve considerare per fare crowdfunding.
Costi di commissione
Le piattaforme di crowdfunding trattengono dei costi di commissione dal capitale raccolto sui loro portali, in cambio del servizio che offrono (analisi del progetto, hosting della campagna, gestione documenti, affiancamento burocratico, eventuali extra).
A volte queste commissioni sono una quota fissa, ma per la maggior parte sono una percentuale del capitale raccolto che può oscillare tra il 4% e il 10%, con una media attestata al 6%. La fee della piattaforma si paga solo in caso di esito positivo della campagna; in caso contrario, non si deve nulla: è una success fee.
Costi burocratici
Per quanto le procedure per lanciare una campagna di crowdfunding possano essere più snelle rispetto a quelle bancarie, richiedono comunque una serie di documenti e di adempimenti. Alcuni sono fissi e obbligatori, altri variano a seconda delle preferenze e delle caratteristiche dell’azienda e della tipologia di crowdfunding.
L’aumento di capitale e il documento d’offerta, per esempio, sono documenti obbligatori che vanno redatti presso un notaio, perciò rappresentano un costo inevitabile che in media oscilla tra i 1000 e i 5000€.
Per presentare il proprio progetto a una piattaforma di crowdfunding, inoltre, è necessario preparare il relativo business plan, a cui possono aggiungersi ulteriori documenti di analisi finanziaria per dimostrare la sostenibilità della proposta. Le società proponenti possono occuparsi internamente della realizzazione di questi documenti, oppure avvalersi di una consulenza esterna: il costo varia a seconda dell’opzione scelta.
Realizzare il business plan e gli eventuali altri documenti in autonomia non è gratis, perché richiede l’impiego di tempo sottratto alle normali mansioni del personale. Il costo, però, è di sicuro inferiore a quello richiesto da consulenti esterni. In entrambi i casi, si tratta di costi ammortizzati sul lungo termine, perché la redazione di un business plan è utile a prescindere dalla campagna di crowdfunding per porre le basi per lo sviluppo aziendale.
In alcuni casi fra la documentazione preliminare per una campagna di crowdfunding può essere utile includere perizie, brevetti, due diligence e altre valutazioni di questo tipo, ciascuna con il proprio costo.
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Costi di marketing e comunicazione
Nel calcolare quanto costa fare crowdfunding è importantissimo riservare un’ampia fetta del budget al marketing. Spesso sottovalutato, è la principale leva del successo di una campagna. Non è sufficiente il marketing “ordinario” che si struttura per il brand o il prodotto aziendale: vanno predisposte massicce attività ad hoc per la campagna di crowdfunding.
I costi di marketing e comunicazione sono molti e di varia natura:
- produzione di materiale informativo e promozionale;
- produzione di contenuti social;
- implementazione software di CRM;
- sponsorizzazione su social media e motori di ricerca;
- realizzazione sito web dedicato;
- analisi KPI.
Questo è un elenco non esaustivo che comprende le principali attività indispensabili per raggiungere i potenziali investitori e coinvolgerli nella campagna. A volte non sono necessarie tutte, a volte ne servono altre. Spesso richiedono un team dedicato che se ne occupi a tempo pieno, il che rappresenta un costo ulteriore. Non mancano, però, esempi di imprese che hanno integrato queste attività in quelle quotidianamente svolte dal proprio team marketing, ove presente: basta essere consapevoli che le attività di marketing per il crowdfunding non possono essere relegate ai ritagli di tempo.
Anche considerando una totale internalizzazione delle operazioni di marketing e comunicazione, i sondaggi su questo tema svolti, fra gli altri, da EdiBeez, hanno evidenziato una spesa minima di circa 3000€. Si tratta di stime che non tengono conto dei costi di sponsorizzazione e che sono per loro natura molto generiche, perché ogni tipo di progetto e ogni tipo di obiettivo ha necessità diverse.
Interessi
Le principali tipologie di crowdfunding prevedono il pagamento di interessi o altri tipi di remunerazione del capitale agli investitori che partecipano alla campagna. Il lending crowdfunding, per esempio, prevede un tasso di interesse prestabilito da corrispondere agli investitori oltre al rimborso del capitale versato in prestito. Lo stesso vale per i titoli di debito oggetto del debt crowdfunding, che vanno rimborsati con l’aggiunta degli interessi.
L’equity crowdfunding, invece, non prevede il pagamento di interessi nell’immediato ma la remunerazione del capitale a lungo termine con la distribuzione degli eventuali profitti tra i soci. Può essere considerato come un costo indiretto e non è definibile in modo preciso in anticipo.
Ma quindi quanto costa fare una campagna di crowdfunding?
La risposta è, come spesso accade, “dipende”. Dipende dalla tipologia di crowdfunding: il reward crowdfunding tende a essere meno costoso di equity, lending e debt, ma sono categorie diverse che rispondono a bisogni diversi.
Dipende, in secondo luogo, dalla scelta di affidarsi a una consulenza esterna, realizzando alcune parti del lavoro in outsourcing, oppure di fare tutto da soli. La prima opzione è ovviamente più costosa, ma i dati mostrano che si traduce anche in una maggiore percentuale di successo.
Come indicazione di riferimento è bene mettere in conto un costo per fare crowdfunding pari al 10% del capitale che si vuole raccogliere. Di questo 10%, circa la metà deve essere destinata al marketing.
A volte queste percentuali si traducono in cifre piuttosto consistenti per la società. L’efficienza nell’uso di queste risorse è perciò fondamentale affinché siano investimenti realmente produttivi. Il grande vantaggio di affidarsi a consulenti professionali è l’efficienza dei processi, garantita da chi fa crowdfunding di mestiere e sa in quali direzioni investire per avere un ritorno concreto e non sprecare risorse.
Turbo Crowd è nata proprio per questo: è la prima società di consulenza marketing per il crowdfunding in Italia, si occupa di produrre risorse gratuite per guidare gli imprenditori nel mondo del crowdfunding e di fornire supporto professionale prima e durante una campagna di crowdfunding.
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