Per avviare una campagna di crowdfunding è necessario sottoscrivere due tipi di documenti: l’atto di aumento di capitale e il documento di offerta. In questo articolo vediamo insieme che cosa sono, in cosa si differenziano e in che modo puoi sfruttarli per massimizzare i risultati della tua raccolta.
- Cos’è l’atto di aumento di capitale
- Cos’è il documento di offerta
- Presentare più documenti di offerta: quali vantaggi
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- Hai bisogno di supporto per preparare una campagna di crowdfunding di successo e cercare potenziali investitori per il tuo progetto?
Cos’è l’atto di aumento di capitale
L’aumento di capitale è l’atto mediante il quale una società delibera di incrementare il proprio capitale sociale tramite nuovi conferimenti in denaro. L’atto di aumento di capitale rappresenta il “perimetro” dell’operazione finanziaria e stabilisce quindi i limiti numerici della campagna di crowdfunding.
Nello specifico, il documento deve contenere le seguenti informazioni:
- data di inizio e data di fine dell’operazione;
- valore aziendale (il cosiddetto pre-money);
- sovrapprezzo delle azioni proposto al pubblico rispetto al capitale sociale già posseduto dalla società;
- obiettivo minimo di raccolta (soglia inscindibile);
- obiettivo massimo, oltre il quale non si potrà protrarre la raccolta;
- altre informazioni come la classe di investitori o eventuali patti para-sociali.
Per redigere l’atto di aumento di capitale è necessaria la presenza di un notaio. Il suo ruolo è quello di accertare che vi siano tutti i presupposti di legge per realizzare l’operazione e di controllare la validità della documentazione necessaria
Cos’è il documento di offerta
Il documento di offerta rappresenta una sorta di “carta di identità” della campagna di crowdfunding e contiene una serie di informazioni utili agli investitori per formulare un giudizio: descrizione della società offerente (progetto, settore, ecc.), modalità di esercizio del diritto di revoca, periodicità e modalità degli aggiornamenti, ecc.
A differenza dell’atto di aumento di capitale, la redazione del documento di offerta non richiede la presenza di un notaio, ma può essere effettuata in maniera autonoma, rispettando quanto stabilito dal Regolamento Consob sul crowdfunding (secondo un modello standard allegato).
I “numeri” indicati su un documento di offerta non devono necessariamente coincidere con i dati riportati sull’atto di aumento di capitale. Infatti, nell’ambito di uno stesso aumento di capitale possono esserci più documenti di offerta, ciascuno con i propri obiettivi minimi e massimi: l’importante è che i numeri complessivi, dati dalla somma delle informazioni presenti in ogni documento di offerta, coincidano con i numeri presenti sull’atto di aumento di capitale.
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Presentare più documenti di offerta: quali vantaggi
Presentare più documenti di offerta nell’ambito di un singolo aumento di capitale permette di suddividere la raccolta in diverse operazioni più piccole e ottenere così una serie di vantaggi.
Facciamo un esempio: poniamo di avere un aumento di capitale con soglia minima di raccolta fissata a 100.000 euro e soglia massima a 500.000 euro. A questo aumento di capitale faremo seguire un documento di offerta con soglia minima pari, ovviamente, a 100.000 (non si può, per legge, scendere sotto il minimo dichiarato via aumento di capitale), ma con un massimo di raccolta pari a 300.000. Questo darà la possibilità di tenere aperto l’aumento di capitale per compiere altre operazioni: ad esempio, l’apertura a un investitore strategico, oppure il lancio di un’altra campagna di crowdfunding per i restanti 200.000 euro.
In definitiva, decidere di presentare un unico documento di offerta per la propria campagna di crowdfunding può risultare, nella maggior parte dei casi, controproducente. Il rischio è quello di perdere, ad esempio l’opportunità di effettuare più round di investimento all’interno di uno stesso aumento di capitale, oppure la possibilità di coinvolgere e dedicare una parte dell’equity a partner industriali e ultimo, ma non meno importante, la possibilità di sfruttare l’effetto FOMO – Fear of missing out – degli ultimissimi giorni della campagna.
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